Da Porto a Porto, 60 anni dopo: Portogallo al Mondiale con una forza offensiva mai avuta
Sessant’anni dopo la prima, storica qualificazione al Mondiale, il Portogallo ritrova nell’anticipo di un grande evento internazionale le stesse sensazioni di allora, mischiando memoria e ambizione. All’epoca bastò uno 0-0 all’Estádio das Antas contro la temibile Cecoslovacchia, reduce dalla finale mondiale del ’62 e favoritissima nelle qualificazioni. Un risultato arrivato dopo la battaglia epica di Bratislava del 25 aprile 1965: Fernando Mendes costretto a uscire per un grave infortunio in un’era senza sostituzioni, il capolavoro di Eusébio al 20’, la parata decisiva di José Pereira su rigore prima dell’intervallo. Era un altro calcio, un altro mondo: 16 posti disponibili per la fase finale, un terzo di quelli che vedremo nel 2026 negli stadi nordamericani.
Il destino, però, ama le simmetrie. Così, lo stadio del Porto è tornato a essere il teatro di una nuova qualificazione, questa volta travolgente: 9-1 all’Armenia, un punteggio che la Seleção aveva toccato solo in altre due occasioni nella sua storia. Un risultato che acquista ulteriore peso se si considerano le gare ben più equilibrate disputate dagli armeni contro Irlanda e Ungheria. Ma soprattutto, una prova di forza luminosa, una sorta di risposta tecnica ed emotiva dopo le incertezze di Dublino.
All’Estádio do Dragão la squadra di Martínez ha offerto una prestazione scintillante: pressing alto, palleggio rapido, armonia tra reparti. Il centrocampo Vitinha-Bruno Fernandes-João Neves ha dettato ritmi e geometrie, mentre l’attacco formato da Bernardo Silva, Gonçalo Ramos e Rafael Leão ha incarnato perfettamente l’idea di una prima linea difensiva feroce e continua.
Ora che il biglietto per Messico-Stati Uniti-Canada è in tasca, arriva il momento delle scelte e delle valutazioni. Mai il Portogallo ha avuto una generazione così ricca, matura e internazionale. E mentre il ricordo di Parigi 2016 rimane scolpito nella storia, questa Seleção dà l’impressione di avere tutto per tornare a sognare in grande.













