Guardiola, messaggio forte sulla Palestina: “Come si fa a giustificare lo sterminio di Gaza?"
Pep Guardiola torna a far parlare di sé anche lontano dai campi della Premier League. L’allenatore del Manchester City ha rilasciato dichiarazioni di grande impatto sociale ai microfoni di RAC-1, commentando l’amichevole in programma martedì alle 18:30 tra Catalogna e Palestina, evento che ha già registrato quasi 25.000 biglietti venduti. Una partita organizzata dalla piattaforma “Act X Palestine”, che per Guardiola assume un significato ben più profondo di un semplice gesto simbolico.
Il tecnico catalano ha parlato apertamente della situazione in Medio Oriente, evidenziando come questo match possa rappresentare un segnale di vicinanza a un popolo che, a suo dire, “il mondo ha abbandonato”. Guardiola non ha usato giri di parole: “Non è colpa dei palestinesi essere nati lì. Abbiamo permesso che un intero popolo venisse annientato. Il danno è fatto ed è irreparabile”.
Parole dure, che Guardiola ha ulteriormente rafforzato condannando i massacri di Gaza e puntando il dito contro la leadership internazionale: “Non riesco a immaginare qualcuno che possa giustificare ciò che sta accadendo. I nostri figli potrebbero essere uccisi lì semplicemente perché nati in quel luogo. Non ho fiducia in questi leader: farebbero qualsiasi cosa pur di restare al potere”.
Per l’allenatore, la partita mantiene un valore simbolico importante ma non sufficiente: serve molto di più, servono azioni concrete. Tuttavia, anche un pallone può diventare un messaggio. “L’essenziale è che i palestinesi sentano che, anche solo per un momento, siamo con loro e che lo stadio possa portare un po’ di gioia”. Un messaggio forte, destinato a far discutere.













