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"Better Call Unai": dal rischio Championship all'Europa, come Emery ha cambiato l'Aston Villa

"Better Call Unai": dal rischio Championship all'Europa, come Emery ha cambiato l'Aston VillaTUTTO mercato WEB
© foto di Uefa/Image Sport
Dimitri Conti
domenica 16 aprile 2023, 21:12Calcio estero
Dimitri Conti

"Squadra da risollevare? Classifica da ribaltare? Sei nei guai? Meglio per te se chiami Unai!". Potrebbe suonare più o meno così uno spot di Unai Emery in stile Saul Goodman, uno dei personaggi della premiata serie tv Breaking Bad con cui condivide oltre al nome di quattro lettere più che altro qualche tratto estetico e forse il pragmatismo. Strani paragoni a parte, se andate a Birmingham ed incrociate qualche tifoso dell'Aston Villa, chiedetegli cosa pensa dell'operato del loro nuovo allenatore. Difficilmente la risposta non sarà entusiasta.

La clausola pagata dai Villans
Tornato in Inghilterra nello scorso novembre dopo la poco gratificante esperienza con l'Arsenal (con comunque una finale di Europa League) tra il 2018/19 e l'inizio della stagione seguente, per averlo e strapparlo dalla panchina del Villarreal sulla quale felicemente sedeva da oltre due anni l'Aston Villa ha dovuto mettere sul piatto un bel po' di milioni di euro (6 solo per liberarlo dagli spagnoli), attirando anche su di sé (e in parte sul tecnico basco) antipatie dalla fetta più romantica di pubblico. Col senno di poi, si può serenamente sostenere come non solo i Villans abbiano avuto ragione, ma che il cambio in panchina da Gerrard a Emery sia stata la molla per far cambiare totalmente gli obiettivi in corsa.

Dal rischio Championship all'Europa
Ha raccolto un Aston Villa tredicesimo e ben più preoccupato di guardarsi le spalle che non proiettarsi a strani voli pindarici in avanti, portandolo a una graduale e costante risalita nel segno della continuità di risultati fino al sesto posto odierno, in piena lotta per qualificarsi alle coppe europee, come nessuno avrebbe creduto fino a pochi mesi prima. Con lui al timone i Villans hanno giocato 20 partite, raccogliendo due sconfitte nelle coppe nazionali ma anche uno score da bocca aperta in Premier League: 38 punti raccolti in appena 18 gare, una media di 2.11 a partita che se proiettata sull'arco di una stagione significa lotta per il titolo o posto assicurato in Champions League. Dal 3-1 sul Manchester United all'ultimo tris rifilato al Newcastle, Emery si è preso l'Aston Villa facendo scordare rapidamente le prese in giro sul suo inglese stentato che lo accompagnavano già dai tempi dell'Arsenal (il meme "Good ebening" circola ancora). Oggi nessuno, neanche tra le migliori squadre del torneo più ricco e illustre del mondo, oggi si sentirebbe di scherzare con Unai Emery. A parlare per lui, ci pensano i numeri. Come se non bastassero quelli di una carriera che, grandissime parentesi a parte (oltre a Londra, il PSG) lo vede per esempio recordman di Europa League vinte, quattro, e tra quelli che con risultati e poca pubblicità, si sono presi un posto nel calcio.

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