Il Magonza perde in tribunale: il licenziamento di El Ghazi potrebbe costare fino a 2,7 milioni
Nuova sconfitta legale per il Magonza nel contenzioso con Anwar El Ghazi. Il tribunale del lavoro ha confermato la sentenza di primo grado, dichiarando illegittimo il licenziamento immediato del calciatore olandese per un post considerato filo-palestinese. La decisione potrebbe costare cara al club tedesco: le indennità dovute a El Ghazi potrebbero raggiungere i 2,7 milioni di euro.
L’ex attaccante, oggi in forza all’Al-Sailiya in Qatar, ha già ottenuto in giudizio il pagamento di 1,5 milioni di euro per gli stipendi arretrati dal novembre 2023 al giugno 2024. Ora resta aperta una seconda causa per il secondo anno di contratto, che potrebbe aggiungere altri 1,2 milioni di euro, equivalenti alla differenza tra il suo precedente ingaggio a Mainz e quello percepito con il Cardiff City, dove ha firmato nel settembre 2024.
Il giudice Andreas Budroweit ha chiarito che la sentenza non riguarda più il primo post di El Ghazi, in cui aveva condiviso la frase "From the river to the sea, Palestine will be free", per il quale il club si era limitato a un richiamo ufficiale. Il licenziamento era arrivato dopo un secondo messaggio, ritenuto tuttavia coperto dal diritto alla libertà di espressione. Il Magonza, club co-fondato da Eugen Salomon (ebreo tedesco deportato e ucciso ad Auschwitz nel 1942), ha ribadito la propria posizione etica: "Sulla base dei nostri valori, non potremo mai collaborare con chi è contrario", ha dichiarato il presidente Stefan Hofmann. Il club può ancora presentare reclamo entro un mese, anche se le probabilità di successo restano minime.











