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E grazie

E grazieTUTTO mercato WEB
martedì 31 maggio 2022, 06:20Editoriale
di Fabrizio Biasin

Scrivo da quota 10mila metri sul volo Salcazzo, da qualche parte sopra l’Oceano Atlantico. Tra pochi minuti dovrò chiedere due cose alla gentilissima hostess di nome Gwyneth: 1) Un gintonic (le mini lattine di tonica degli aerei sono da sempre una mia grande passione). 2) Un qualche carissimo codice per rimediare una connessione e poter inviare questo inutile pezzo al buon Alessio Alaimo.

Uh, Alessio Alaimo. Di sicuro sarà felice di sapere che siamo arrivati alla fine del percorso, lui che per - boh - 15 anni, ma forse pure 16, è stato mio inossidabile e paziente riferimento del lunedì notte.

Ogni Santissimo lunedì notte. Cascasse il mondo. Per 15 anni (forse 16).

(“Fabri, è mezzanotte meno due, mi mandi il pezzo per cortesia che lo carico?”. “Ci sono ancora due preziosissimi minuti, non avere fretta”. “Ma è capodanno! Amadeus e Al Bano hanno fatto partire il conto alla rovescia da Gallipoli! Dai!”).

Ecco, sì, siamo arrivati in fondo al tragitto e ve lo dico da quota 10mila a bordo dello straordinario volo Salcazzo: questo è l’ultimo editoriale da me manoscritto per il glorioso portale Tmw, e Alessio Alaimo, dopo 15, forse 16 anni, può iniziare ad andare a letto il lunedì, addirittura prima di mezzanotte.

Io vi ringrazio e non starò qui a dirvi quanto sia stato bello cazzeggiare insieme a voi, perché, parliamoci chiaro, di puttanate qua dentro ne sono passate a tonnellate. A volte ho provato a fare anche la persona seria ma quella non è mai stata troppo la mia cifra e alla fine sono sempre tornato a straparlare.

Ci sono stati i martedì degli editoriali sterminati dove vi aggiornavo sugli inutili fatti miei, quelli dove buttavo dentro cose-a-caso, quelli che la gente “ma sei scemo? Qui devi parlare di calcio e scrivi di Uomini e Donne o della tua passione per l’insalata russa e persino di tuo padre?”, ma anche “tu sei completamente pazzo, continua così!”.

Oggi tiriamo giù la serranda perché le cose belle sono belle proprio perché sono belle e non è bello ciò che è bello, ma che bello, che bello, che bello! (non so cosa scrivere).

COSE DI MERCATO

Presto l’avvocato di Lukaku incontrerà l’Inter per provare a trovare un incastro che appare impossibile, l’Inter dirà “amico mio, noi ti riprendiamo anche volentieri ma devi dimezzarti l’ingaggio e sperare che al Chelsea ti concedano in prestito”, e lui dirà - anzi, lo ha già detto - “l’ingaggio lo dimezzo senza problemi” e per il resto si vedrà. Le possibilità sono ridotte e, comunque, l’Inter non si fa prendere dall’ansia. Anche per Dybala: il club offre 7 milioni per 3 anni +1, se il giocatore se li farà bastare, bene, altrimenti non se ne farà niente. Dice Marotta: “Dybala? La speranza è che possa giocare con noi”. E sembra tutto tranne che una chiusura.

FINE DELLE COSE DI MERCATO (Questo per poter dire: ho messo una roba di calcio anche nel mio ultimo Tmw).

Ecco, sì, dicevamo, questo è l’ultimo editoriale e allora ci vogliono i ringraziamenti del caso, quelli doverosi quando si tira giù la serranda. E allora grazie a chi mi ha concesso questo spazio, grazie all’editore Andrea Pasquinucci, persona di rara cortesia e correttezza; grazie a voi che a migliaia e migliaia e migliaia avete letto codeste colossali puttanate messe insieme con le parole, roba da straccio immediato del tesserino da giornalista professionista per la totale mancanza di regole, stile, ordine mentale, logica, buona educazione, coerenza e così via.

Ma questo, signore e signori, era “il mio editoriale del martedì”, solo mio, e mi andava di fare così. Quando nel lontano 2007 o forse 2006 mi hanno affidato la pratica ho pensato “davvero vuoi scrivere di calciomercato? Tu? Ma ti pare? Facciamo piuttosto che questo appuntamento settimanale somigli a una specie di Bar Sport lasciato andare, di quelli polverosi con ancora i videogiochi, e il tavolo da biliardo, e il calcetto, e la televisione appesa alla parete, e la bottiglia di amaro nella vetrinetta a forma di “Ciao di Italia 90”, e ognuno lì dentro ci deve trovare qualcosa di buono e se invece gli sta sul cazzo tutto quanto, beh, tornerà settimana prossima e magari troverà qualcosa che gli interessa, chi lo sa. E di sicuro quella cosa sarà immersa nel disordine lessicale e sinottico (che minchia vuol dire sinottico? Boh)”.

E allora chiudiamo baracca e lo facciamo dal volo Salcazzo con destinazione Las Vegas, qui a quota 10mila, con mia moglie che più la guardo con la coda dell’occhio e più so cosa sta pensando (“il viaggio di nozze è iniziato da un’ora e questo sta già a scrivere troiate”). No, meraviglia della vita mia, ora smetto per davvero e mi bevo il gintonic. È solo che avevo da salutare un sacco di gente, gente che per anni mi ha scritto da ogni angolo del mondo, gente che a volte mi ha detto “cazzo dici?” e altre “mi hai fatto ridere”, gente che a prescindere si merita il “grazie” più grande che c’è.
Perché qui mi sono divertito come un bimbo piazzato sul Brucomela e se un po’ vi siete divertiti anche voi, beh, allora significa che ne è davvero valsa la pena.

“Chi è troppo serio non è una persona seria”. È sempre stato il mio motto e ve lo butto qui, in chiusura, al termine di questo lunghissimo percorso, e proprio mentre sto scrivendo mi torna in mente la frase che mio padre ripete da una vita: “Figlio mio, devi migliorare nei finali”. Ciao a tutti. E grazie.

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