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Juve, se sei rinata dimostralo in Europa. Come l’Inter. Italiano si è perso a Firenze. Catania, la spina andava staccata prima. Oh, chi si rivede. Signor Ministro, urgono riforme

Juve, se sei rinata dimostralo in Europa. Come l’Inter. Italiano si è perso a Firenze. Catania, la spina andava staccata prima. Oh, chi si rivede. Signor Ministro, urgono riformeTUTTO mercato WEB
lunedì 24 ottobre 2022, 00:00Editoriale
di Michele Criscitiello
Direttore di Sportitalia e Tuttomercatoweb

Un derby vinto, una passeggiata su un Empoli brutto e disastrato copia lontana della squadra di Andreazzoli. La Juventus fa le prove generali di rinascita in Italia ma la vera prova del nove sarà in Europa. Dentro o fuori. Se Allegri si è rigenerato dopo il ritiro lo dovrà dimostrare questa settimana. Se è stata la classica falsa partenza delle squadre di Allegri, allora, c’è ancora tempo per pensare alla rinascita ma in Champions la situazione potrebbe essere definitivamente compromessa. Serve vincere per restare a galla. Allegri come Inzaghi. L’allenatore dell’Inter è rinato ma lo ha dimostrato prima in Europa e poi in Italia. I 4 punti con il Barcellona, le vittorie di Reggio Emilia e Firenze, con dentro i 3 punti con la Salernitana. L’Inter è rinata, anche senza due big. Lo stesso deve fare Allegri. La sosta mondiale, per chi è partito male, rischia di essere doppiamente dannosa. Sono poche due partite, con Torino ed Empoli, per certificare il risveglio della Juve. Diciamo che era obbligata a vincere per salvare la panchina e questo è stato fatto. Ora inizia la parte più complicata.
Intanto a Firenze si è perso Vincenzo Italiano. Il calcio champagne, con bollicine, dello scorso anno non si vede più. Senza Vlahovic si è spenta la squadra che avanti non ha trovato un sostituto all’altezza. Dispiace per Commisso che ci mette anima e cuore ma Italiano, post rinnovo, ha dato molto meno di quello che ci aspettavamo. Solitamente bisogna crescere e migliorarsi. Dopo la bella annata, dello scorso campionato, siamo tornati a due anni fa. Non è un buon segnale per una Fiorentina che sognava di stabilizzarsi in Europa e di fare un campionato da protagonista. La squadra non gira, il gioco non c’è e il pubblico a Firenze deve anche darsi una calmata. Torti o non torti arbitrali, siamo nel 2022, e i tifosi se la prendano con l’arbitro e non con i sostenitori avversari che indossano le maglie in tribuna. A Milano lo spettacolo, da anni, ormai è fisso. Gli altri stadi prendano esempio da San Siro dove in ogni settore ci possono essere tifosi ospiti con maglia e sciarpa del proprio club.
Un salto in serie D. Vedere le immagini delle partite del Catania è uno spettacolo. In campo, perché la squadra viaggia a mille, e fuori. I tifosi stanno riscrivendo la storia. In D ci sono passati praticamente tutti, reduci dalle disfatte delle gestioni precedenti. Per ripartire bisogna farsi un campionato di D. Ed è quello che dicevo da anni. Il Catania ha avuto la colpa di non voler mai staccare la spina per una società che era, ormai, morta. Bisognava fare questo molto tempo prima senza vivacchiare in C nell’anonimato che non appartiene ad una piazza come Catania. L’anno di D serve anche come segnale di amore e fedeltà.

Ti seguo, ora più che mai, che hai bisogno di me. Questo stanno facendo a Catania. Stadio pieni in casa e stadi pieni fuori quando arriva o Liotru. Il Bari è ripartito cosi. Il Siena, Palermo, Avellino, Parma e tante altre. Il Catania si farà una passeggiata tra i dilettanti e apprezzerà ancora di più il ritorno nel professionismo.
In chiusura un augurio al nuovo Governo che non si è dimenticato dello Sport e ha subito trovato un Ministro per lo Sport. Si rivede una nostra vecchia conoscenza. Andrea Abodi, romano, da noi molto criticato ai tempi della Presidenza in Lega di Serie B. Il sogno, mai realizzato, di fare il Presidente della Lega di Serie A ma se i sogni non si realizzano ci sono quelli immaginari che si realizzano. Questo è il destino di Abodi, in direzione Milano-Cortina, per poi risvegliarsi a Roma a fare il Ministro in casa. Uomo di destra ma anche uomo di rapporti e di politica. Se in politica è sempre stato a destra, nel calcio è spesso stato in mezzo. Come un buon democristiano. Prima gli davamo del tu, ora da Ministro gli daremo del Lei. Caro Signor Ministro, siamo contenti per diverse ragioni di questo incarico. Il suo predecessore, tal Spadafora, non sapeva neanche di cosa parlassimo. Mai stato in uno stadio e voleva darci lezione sportive. Il peggio del peggio. Abbiamo toccato il fondo. Voleva fare la morale al calcio per far emergere gli altri sport, dimenticando che in Italia comanda il calcio e a ruota si poteva pensare alle altre discipline. Il problema è che Spadafora non poteva fare il Ministro e non poteva fare lo sport. La Meloni, allo Sport, piazza almeno un uomo di calcio. Ad Abodi, Signor Ministro, Le chiediamo di evitare frasi di circostanza. Nessuno vuole abbandonare basket, volley, ciclismo, palla tamburello, scherma e tante altre ma i soldi li muove il calcio e questo settore va protetto. Con questi soldi poi ci sarà spazio per far rifiatare anche le altre federazioni. Caro Ministro, si impegni per abolire o almeno diminuire la burocrazia che blocca gli imprenditori nella costruzione di stadi e impianti sportivi. Caro Ministro, si faccia da portavoce per riscrivere le leggi che oggi frenano la crescita del calcio con i diritti tv. Caro Ministro, faccia abolire immediatamente il decreto dignità che fa perdere soldi a tutti ed è servito solo a Di Maio per farsi pubblicità su un tema che neanche conosceva. I risultati si sono visti. Caro Ministro, se davvero ha intenzione di fare, avrà mille modi per risollevare lo sport in Italia. Il calcio in primis. Serve un Ministro del fare e non dell’apparire. Buon lavoro, Signor Ministro.

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