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Spugna: "Vi racconto il Kean bambino. E nel mio Empoli Ladies..."

Spugna: "Vi racconto il Kean bambino. E nel mio Empoli Ladies..."TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
sabato 27 marzo 2021, 08:45La Giovane Italia
di La Giovane Italia
La Giovane Italia vi porta alla scoperta dei nuovi talenti del calcio italiano, raccontandovi ogni giorno, alle 8:45, le storie dei giovani di casa nostra e dei club che scommettono su di loro

Alessandro Spugna, dopo aver allenato nei vivai di Juventus e Torino tra le altre, quest'anno è approdato nel mondo del calcio femminile, sedendo sulla panchina dell'Empoli Ladies. Nell'intervista che ha rilasciato a La Giovane Italia, ha parlato di calcio e talento, dei giovani che ha allenato e visto crescere e infine dei tre gioielli in rampa di lancio col suo Empoli Ladies.

Mister, si sente spesso accostare i termini calciatore e talento, alcune volte in maniera impropria. Qual è il tuo parere sull'argomento?
“Per me il talento si vede in varie forme. Non è solo gesto tecnico, ma è un insieme di componenti fisiche, tecnico-tattiche, caratteriali e ambientali. Quello che ritengo fondamentale per definire un giocatore di talento è la voglia di migliorarsi continuamente, di non accontentarsi e di avere la giusta fame, perché è quella la componente decisiva per raggiungere gli obiettivi prefissati. Avendo allenato anche ragazzi molto giovani, penso sia fondamentale non imbrigliare il ragazzo in determinati sistemi di gioco. Bisogna lasciarlo libero di sprigionare le proprie qualità, il talento va tutelato e va fatto crescere individualmente, concedendo alcune volte al calciatore delle attenzioni particolari. Penso altresì che un allenatore debba far capire ai propri calciatori l'importanza di avere rispetto delle regole, perché abbiamo la responsabilità di formare delle persone, che diventeranno uomini al di là dell'aspetto calcistico”.

Tu hai allenato Moise Kean. Che ricordo hai di lui?
“Moise l'ho allenato sia al Torino che alla Juventus e per me rappresenta il talento puro. Ai tempi del vivaio granata aveva 7/8 anni e già aveva una marcia in più; lo facemmo debuttare con i ragazzi di due anni più grandi perché la sua superiorità rispetto ai suoi coetanei era evidente. Era un bambino vivace e spavaldo, che si è subito fatto notare soprattutto per il suo strapotere fisico, difficile da arginare per le difese avversarie. Era già veloce e rapido nei movimenti, capace di segnare da ogni posizione. Ciò che mi ha colpito di più di lui è stato il fatto che non avesse timore a giocare qualsiasi tipo di partita e contro qualsiasi tipo di avversario: questa secondo me è stata ed è la sua grande forza. A 14/15 anni l' ho ritrovato alla Juventus, cresceva e migliorava giorno dopo giorno e quel potenziale importante che avevo visto non si era spento, anzi ardeva ancora di più. In ogni allenamento e in ogni partita lui voleva vincere, sempre con la giusta cattiveria agonistica, non si accontentava mai, pretendeva da se stesso sempre un qualcosa in più. Il salto di qualità definitivo poi lo ha fatto con il passaggio in prima squadra".

Quali sono altri giovani che ti hanno lasciato un'idea precisa di talento?
"Sicuramente Nicolò Fagioli, classe 2001 centrocampista della Juventus, e  Nikola Sekulov, classe 2002 centrocampista della Juventus U23. Fagioli è un talento naturale dal punto di vista tecnico, possiede un'eccellente visione di gioco e un piede destro dotato di ottima sensibilità, oltre ad essere molto elegante nella conduzione palla e nel dribbling. Ha ottime qualità nella rifinitura e nella regia e sta irrobustendo il suo fisico. Un giocatore completo sotto tutti i punti di vista e che con la giusta continuità potrà mostrare il suo potenziale. Sekulov, invece, è un giocatore dotato di tecnica e velocità abbinate a una progressione poderosa e ad una certa confidenza con la porta. Penso sia un giocatore da tener d'occhio e che la Juventus non si priverà facilmente di un gioiellino come lui.”

Quali sono secondo il tuo parere le giocatrici dell'Empoli Ladies maggiormente talentuose?
“Intanto voglio fare una premessa: ho notato delle differenze nell'allenare i ragazzi e le ragazze. Le ragazze si applicano di più in ciò che fanno, hanno tanta voglia di imparare e non danno nulla per scontato, mentre solo alcuni maschi si comportano così. Personalmente, il mio modo di insegnare non cambia se alleno un uomo o una donna, dal punto di vista calcistico non faccio differenze".

Facciamo noi tre nomi, allora: Bellucci, Polli e Glionna.
"Melissa Bellucci è un talento mescolato ad una intelligenza tattica superiore alla media. Grazie a queste caratteristiche può contare su un senso della posizione e di una visione di gioco eccelse, che abbinate ad una personalità incredibile la portano ad essere considerata nel suo ruolo una delle giocatrici più forti all'interno del panorama italiano. Elisa Polli invece è un attaccante centrale che unisce grandi capacità tecniche ad eccellenti qualità fisiche. È una giocatrice completa, abile sia nel giocare spalle alla porta ma anche nell'attaccare la profondità, oltre ad avere anche un buon colpo di testa. In campo è una leader e ritengo che avere in squadra una giocatrice come lei sia importantissimo non solo per i gol e gli assist che fa, ma anche per la voglia di imparare e  l'impegno che ci mette. Il bomber che tutti bramano. Benedetta Glionna, infine, è un attaccante esterno che riesce ad unire ad una grande tecnica ad una velocità importante, risultando impeccabile anche in fase di corsa, caratteristica  non comune nelle giocatrici italiane. Penso che possa diventare una delle calciatrici più forti sulla piazza. È dinamica, abile nel dribbling e con un eccellente fiuto per il gol, è la classica giocatrice che nel calcio moderno spacca le partite, riuscendo a fare la differenza”.

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