Cosa vorrà sentirsi dire Inzaghi? Arbitri, mercato, rinnovo: le spine tra Simone e l’Inter

“L'allenatore fa le sue considerazioni, deve sentirsi dire certe parole dalla società e siamo pronti a farlo”. Incassata la mancata smentita di Simone Inzaghi sulle voci che lo vorrebbero in Arabia Saudita, Beppe Marotta si è esposto: ha assicurato che nel confronto, in programma dopo la finale di Champions League, garantirà al tecnico quello che serve per fargli dire sì. Un sì, per la cronaca, non scontato: Inzaghi e l’Inter sono legati da un contratto fino al 2026. Andare avanti a scadenza non è un’opzione e non conviene a nessuno nemmeno pensarci. Però che l’allenatore non abbia smentito è già una notizia, e nemmeno così irrilevante.
Il pressing dell’Al-Hilal, che in Arabia Saudita sono convinti sia anche pronto a regalargli Victor Osimhen, ha il suo peso, inevitabilmente. Però non ci sono solo i milioni di euro sul piatto, dietro la necessità di un confronto un po’ diverso da quello delle ultime estati. Di spine, qualcuna anche con radici discretamente profonde, ve n’è più di una.
Un finale amaro. A condizionare le valutazioni, dentro e fuori l’Inter, è un campionato perso per un punto. Ognuno fa la sua valutazione e ha la sua convinzione, tra le righe ieri Inzaghi ha ribadito le proprie: le decisioni arbitrali sfavorevoli, nelle ultime giornate della Serie A finita al Napoli, hanno avuto un peso non proprio irrilevante. La sensazione che non tutta l’Inter abbia la stessa idea, o quantomeno non l’abbia sollevata così spesso - se poi sia vero, se poi serva, è un altro discorso - completa il quadro, e anche ieri del tema non si è minimamente parlato in consiglio federale.
La durata del rinnovo. È un tema, spesso sottovalutato. La scorsa estate, Inzaghi ha accettato 2026 quando avrebbe voluto 2027. Il film rischia di ripetersi, perché la prassi della società è questa: non iniziare un campionato in scadenza, ma neanche legarsi per un periodo troppo lungo. Fiducia sì, ma fino a un certo punto, anche arrivati all’ipotetico quinto anno di convivenza, con due finali di Champions in cascina. Vincere la seconda, ovviamente, sposterebbe anche il potere contrattuale.
Che mercato farà l’Inter? È un’incognita, a oggi. Nelle ultime stagioni a Inzaghi è stato chiesto tanto, con i parametri zero. Al netto del “miracolo” contiano, in estate il Napoli ha speso 150 milioni di euro e l’Inter 13, per un secondo portiere. Il futuro dovrebbe essere molto diverso, ma in che senso è tutto da chiarire: chiedere la vittoria con parametri zero navigati è complicato. Farlo con una banda di giovinotti dalle belle speranze può assumere i contorni della missione impossibile.
