Fiorentina, Ferrari fa mea culpa: "Non devo accogliere provocazioni ma lavorare in silenzio"
Alessandro Ferrari, direttore generale della Fiorentina, ha parlato a Sky Sport prima della partita con l'Inter: "In questo momento il presidente ci è sempre vicino, anche oggi che è giorno di partita ha chiamato due-tre giocatori. Vuole continuare a far sentire a tutti il suo appoggio, chiede a tutti qualcosa in più. Al nostro interno sappiamo quanto sia vicino Commisso e la sua famiglia, anche se non fisicamente. Poi però in questo momento possiamo e dobbiamo assolutamente fare di più".
Come vive questa situazione la piazza di Firenze?
"La piazza in questo momento giustamente critica, bisogna capire che sono arrabbiati e ci mancherebbe. Io per primo devo imparare a non accogliere provocazioni che vadano oltre (il riferimento è al parapiglia che l'ha visto protagonista durante il pari col Bologna domenica, ndr), rimanendo in silenzio e lavorando. È l'unica soluzione. E a Vienna (in Conference League contro il Rapid, ndr) abbiamo visto che dopo una buona partita i ragazzi sono stati applauditi".
Dove va fatto il passo per risolvere l'impasse?
"Non lo so, ma dobbiamo sicuramente trovare la strada. Abbiamo una guida esperta, che ha la nostra stima e fiducia e abbiamo scelto per un percorso lungo, si chiama Stefano Pioli. Con lui ci sono staff, dirigenza e presidenza che cercano di portare serenità nella testa dei giocatori. Forse ci manca quello più di tutto. La rabbia degli ultimi 20 minuti col Bologna può essere un buon spunto".











