Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroCalendariScommessePronostici
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliaricomocremonesefiorentinagenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilannapoliparmapisaromasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenafrosinonelatinalivornonocerinapalermoperugiapescarapordenonepotenzaregginasalernitanasampdoriasassuoloturris
Altri canali mondiale per clubserie bserie cchampions leaguefantacalciopodcaststatistiche

Il Napoli fin qui ha speso 13 milioni, molto meno di Inter e Juventus. Vlahovic e Osimhen: la differenza è sempre nel saper vendere (e soprattutto nei tempi)

Il Napoli fin qui ha speso 13 milioni, molto meno di Inter e Juventus. Vlahovic e Osimhen: la differenza è sempre nel saper vendere (e soprattutto nei tempi)TUTTO mercato WEB
© foto di TUTTOmercatoWEB.com
Oggi alle 00:00Serie A
di Raimondo De Magistris
Nato a Napoli il 10/03/88, laureato in Filosofia e Politica presso l'Università Orientale di Napoli. Lavora per TMW dal 2008, è stato vicedirettore per 10 anni. Inviato al seguito della Nazionale, conduttore per Radio Sportiva

Sono sempre le cessioni a fare la differenza. Nel nostro calcio che non è il più ricco del mondo e non è nemmeno al secondo posto in questa speciale graduatoria, saper vendere bene vuol dire avere a disposizione più soldi dei tuoi competitor. Poi certo che mantenere i conti in ordine fa altrettanto la differenza, che stabilire un salary cap che ti permetta di non far finire tutto il tuo fatturato nel monte-ingaggi è un altro passaggio chiave. Ma le cessioni, quelle che producono grandi plusvalenze, sono la svolta per chi non può spendere e spandere come il Real Madrid, il Manchester City o il PSG.
Ricordate Zidane? Quella cessione da 150 miliardi di lire consentì alla Juventus di acquistare Buffon, Nedved e Thuram. In tempi più recenti l'addio di Paul Pogba permise alla Juventus di mettere le basi per diventare una corazzata europea, un vantaggio poi dilapidato sull'altare di spese folli (da CR7 in giù...). E cosa dire dell'Inter? Anche il ciclo Inzaghi con uno Scudetto e due finali di Champions è nato grazie a un paio di cessioni illustri come Lukaku al Chelsea e Hakimi al PSG.

Oggi i club di Serie A che vendono meglio sono Atalanta e Napoli. Tra Retegui e Lookman la società bergamasca conta di incassare circa centoventi milioni di euro: tantissimo. Nessuno come la Dea negli ultimi anni ha saputo valorizzare e far fruttare il suo talento, cosa manca casomai è un po' di coraggio in più per reinvestire questi soldi per una squadra davvero competitiva per lo Scudetto. Checché ne dicano i Percassi, per come s'è sviluppata l'ultima stagione rappresenta un piccolo rimpianto. Potevano osare di più.
Questo coraggio invece non manca a De Laurentiis. Il suo Napoli in una prima fase è riuscito a stabilizzarsi nell'élite del calcio italiano grazie alle cessioni di Lavezzi e Cavani, poi con quella di Higuain. Oggi invece prova a stabilizzarsi nel gotha del calcio europeo grazie ad altre due cessioni: Khvicha Kvaratskhelia e Victor Osimhen. Calciatori che nel giro di sette mesi hanno portato nelle casse dei partenopei circa 150 milioni di euro.
E qui sta il punto. Si parla tanto di un Napoli assoluto protagonista di questa finestra di calciomercato, di un Napoli che per distacco è la squadra che ha speso e s'è rinforzata di più. Ma se oggi tra acquisti e cessioni di questa estate si fa un saldo quello dei partenopei recita meno 13 milioni di euro. L'Inter in attesa di Lookman è a meno 41 milioni, ancora peggio la Juventus che tra un riscatto e una conferma è - dati Transfermarkt alla mano - a 55 milioni di euro.

La differenza oggi tra il Napoli e le altre sta tutta nella gestione perché non è che da un giorno all'altro il club di De Laurentiis s'è riscoperto il più ricco. Anzi, fatturato alla mano resta sempre dietro alle big three della Serie A e anche alla Roma. La differenza è che il Napoli riuscendo a mantenere i conti in ordine può anche anticipare certe spese per poi rientrare solo dopo degli investimenti fatti. Ricordate la scorsa estate? In quella occasione la cessione di Osimhen non riuscì ma il club di De Laurentiis avanzò comunque spese per circa 130-140 milioni di euro rientrando poi solo a gennaio di circa la metà col trasferimento di Khvicha Kvaratskhelia al PSG.

Tempi e capacità è ciò che oggi sta differenziando il Napoli dalle altre perché in fondo la situazione contrattuale di Osimhen non era poi troppo diversa da quella di Vlahovic sia come durata che come stipendio. Solo che i partenopei già un anno fa, quando capirono che anche per questioni d'ingaggio non era più possibile riparare a precedenti errori, prestarono il giocatore al Galatasaray permettendogli di disputare una stagione che l'ha rilanciato alla grandissima. Che ha convinto il club turco a fare l'investimento più importante della sua storia. Dall'altro lato invece l'ultima stagione di Vlahovic ha solo esasperato la situazione, irrigidito il centravanti serbo e la Juventus. Il risultato di questa strategia è che il bomber classe 2000 andrà via a poco a fine mese o a nulla a febbraio. Non il massimo per una società che oggi è costretta a vincolare le entrare alle uscite: i tempi di Zidane al Real Madrid per 150 miliardi di lire o Paul Pogba al Manchester United per oltre 100 milioni di euro sembrano lontanissimi.

Primo piano
TMW Radio Sport
Serie A
Serie B
Serie C
Calcio femminile