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Nesta: "Zeman mi ha messo a fare il centrale. Ho pensato fosse pazzo, ma mi ha cambiato la vita"

Nesta: "Zeman mi ha messo a fare il centrale. Ho pensato fosse pazzo, ma mi ha cambiato la vita"TUTTO mercato WEB
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Oggi alle 16:08Serie A
Simone Lorini

Alessandro Nesta, ex difensore di Lazio e Milan, ma anche allenatore, ha parlato così al podcast 'Passa dal BSMT', di Gianluca Gazzoli: "Raggiungere un risultato è legato al sacrificio, questa generazione invece si accontenta. Io ho giocato con Paolo Maldini, Dio gli ha dato delle qualità fisiche, mentali, tecniche... di tutto, un robot. Però io non l'ho mai visto non allenarsi... e se io da giovane non mi allenavo, mi dicevano di andare forte. Per raggiungere grandi obiettivi serve sacrificio! Non ci sono altre strade. Non esiste che stai a farti i massaggi e poi domenica giochi bene, forse uno guarda, Ronaldinho, però quello perché il talento è un'altra roba. Poi però arriva il conto, il corpo chiede rispetto e manutenzione".

Sul ruolo: "Mi ha convinto l'allenatore, arrivo in Serie A e facevo la mezzala o il terzino destro, e poi arriva Zeman. Questo signore che mi ha sfondato e mi ha cambiato la vita: mi mette a fare il centrale, io non sapevo cosa fare, non me l'ha spiegato nessuno. Io penso 'questo è impazzito, io lì non posso giocare, non c'ho mai giocato, faccio la fatica a fa la mezzala...'. Io ho iniziato a crederci man a mano che le cose andavano bene: la prima partita ho pensato ad un po' di fortuna, poi ho preso coraggio e ho detto 'questa è roba mia' e da lì non mi sono più fermato".

Sullo Scudetto con la Lazio: "Una cosa stranissima... tra Roma e Perugia ci sono 130 km, a Roma c'era il sole e a Perugia due metri d'acqua. Io ero squalificato, vado allo stadio a vedere la partita ma a Perugia finisce dopo per il problema del nubifragio, io prendo e me ne vado a casa. Mentre sono in macchina sento del gol di Calori e allora ingrano la retro e torno allo stadio. E poi è successo quello che è successo... quell'anno ce l'ha mandato il Signore, l'anno prima lo meritavamo di più".

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