Pastore, l'Elche per dimenticare i tormenti di Roma: i numeri sanciscono il fallimento del Flaco

C'è stato un momento, uno su tutti, in cui tanti l'hanno pensato per davvero: che colpaccio che ha fatto la Roma. Era agosto del 2018, Javier Pastore era appena sbarcato nella Capitale dopo un addio non poco tormentato al PSG, club in cui lasciava un pezzo di cuore. Alla seconda di campionato, a Bergamo con l'Atalanta, El Flaco accarezzava il pallone e illudeva tutti: un gol, un assist e per la prima volta 90 minuti in campo. Quei due colpi di tacco, che all'ombra del Colosseo più di un tifoso ha ancora negli occhi, avevano continuano a ingannare tutti. Una ventina di giorni più tardi, invece, era già alle prese con i primi problemi che avrebbero frenato quel percorso che aveva appena cominciato.

I numeri. Pastore non è più un giocatore della Roma. Riparte dall'Elche, in Spagna, per ritrovare il sorriso che in giallorosso aveva ormai perduto. Colpa degli infortuni, del tormento di non aver dato quello che la gente di aspettava. Le statistiche bastano per fotografare il disastro della sua seconda esperienza in Serie A: 37 presenze, 4 gol, tre assist, poche giocate che restano nelle memoria. In tre stagioni. L'ultima rete risalente ad un Roma-Cagliari datato 27 marzo 2019 racconta di più di due anni di infortuni e tormenti.

Maledetta sia l'anca. Nell'estate del 2020, quasi sempre indisponibile in stagione, il trequartista argentino si opera all'anca. Per il recupero sarebbero dovuti bastare 40-45 giorni, invece i tempi si sono dilatati e il Flaco è rimasto fuori fino al gennaio successivo, non vedendo il campo poi fino ad aprile. Fuori dagli schemi, fuori dai piani della Roma, fuori da tutto. In estate si è lavorato a lungo alla sua cessione, alla fine la Roma ha dovuto cedere e liberarlo con una buonuscita da 8 milioni. Ieri l'alba della nuova vita all'Elche, per dimenticare infortuni e insuccessi romani.