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Ranocchia racconta l'addio al calcio: "L'infortunio e i problemi personali, luce spenta da mesi"

Ranocchia racconta l'addio al calcio: "L'infortunio e i problemi personali, luce spenta da mesi"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
domenica 25 settembre 2022, 09:45Serie A
di Pierpaolo Matrone

Dopo l'annuncio del ritiro dal calcio giocato, come sta Andrea Ranocchia? "Benino. Diciamo ‘beninino’... Sono un po’ frastornato. Devo rimettere insieme i pezzi", risponde a La Gazzetta dello Sport il centrale che ha appena risolto il contratto con il Monza, rinunciando a due milioni di euro, dopo la frattura del perone di agosto: "Va un po’ meglio, ho tolto il gesso da poco, sono tornato a camminare, anche se sento ancora dolore. Sto facendo terapia, a breve riprenderò con la palestra. Ora non ho più fretta...".

Ma perché Ranocchia ha deciso di appendere gli scarpini al chiodo? "Non c’è stato - prosegue il difensore centrale - un singolo episodio scatenante. Da aprile, complici anche una serie di questioni private, ho iniziato a sentire meno entusiasmo per il calcio. Ho sperato fosse solo un momento. All’Inter stavo bene con tutti. Il mio contratto scadeva a giugno, Piero (Ausilio) mi ha spiegato che dovevano fare tutta una serie di valutazioni. Io volevo giocare di più, ed è arrivato il Monza. Progetto serio, portato avanti da dirigenti che hanno già vinto, la possibilità di non cambiare casa anche ai figli (Lorenzo, 4 anni, e Adele Luna, 2) e di far crescere i giovani. Ho accettato. Ma durante il ritiro ho faticato molto. Scoprire che quel fuoco per il calcio che mi ha acceso per 30 anni non tornava è stato tremendo".

Non è solo colpa dell'infortunio, sia chiaro, ma ha pesato: "Ha accelerato un processo già in atto. Tanto che non escludo che un crack così serio fosse collegato al fatto che la testa non girava più nel modo giusto. Galliani? Gli ho spiegato come mi sentivo e che non volevo prendere in giro me stesso, ma anche chi mi aveva dato fiducia. Lui è rimasto sorpreso, però ha capito e rispettato la mia decisione. Non certo perché rinunciavo ai soldi, di cui non voglio parlare anche per rispetto verso chi fatica ad arrivare a fine mese. Il momento più brutto in estate, quando ho capito che la luce non si riaccendeva più".

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