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Roma, tra tensioni e silenzi scattano le 72 ore decisive per il futuro di Mourinho

Roma, tra tensioni e silenzi scattano le 72 ore decisive per il futuro di MourinhoTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
venerdì 2 giugno 2023, 10:15Serie A
di Dario Marchetti

Quando ti chiami Josè Mourinho esiste solo il bianco o il nero. Non ci sono tonalità di grigio. O sei con lui, come i tifosi della Roma, o sei contro di lui, come la stampa estera dopo la sconfitta in Europa League. Perché se i media spagnoli celebrano la «lezione di Mendilibar allo Special One», quelli britannici definiscono la condotta del tecnico giallorosso «orribile». Non tanto per quello che è successo nei 120 minuti più recupero, ma per quanto accaduto dopo con le accuse e lo sfogo all'arbitro Taylor.

Un'escalation nata in conferenza stampa dove esordisce definendo l'arbitro «spagnolo» e proseguito nel parcheggio della Puskas Arena. Vicino ai pullman delle due squadre c'era parcheggiato anche il van della squadra arbitrale e lì Mourinho ha aspettato Taylor per urlare davanti a tutti «sei una fottuta disgrazia». Lo ripete più volte trattenuto da Rosetti, presidente della commissione arbitrale Uefa. Poi in spagnolo aggiunge: «Eres una puta verguenza!». E poi ne ha anche per Rosetti: «Tu eri d'accordo con loro», dice in italiano. Una sfuriata che potrebbe costargli anche una sanzione da parte dell'Uefa, per un provvedimento al quale non sarebbe certo nuovo vista la battaglia intrapresa da due anni con gli arbitri in Italia.

Una battaglia dove lo Special One ritiene di esser stato lasciato da solo dalla società e le parole sul suo futuro pronunciate dopo la finale persa lo dimostrano. «Voglio restare, ma io e i ragazzi meritiamo di più. Voglio lottare per qualcosa in più e sono stanco di essere allenatore, uomo della comunicazione, la faccia che dice `siamo stati derubati´. Sono un po' stanco di essere tanto, ma io voglio rimanere con determinate condizioni per dare di più». Insomma, le garanzie richieste non sono solo tecniche, ma anche societarie per evitare di essere da solo contro tutti in quelle che ritiene delle battaglie utili alla crescita del club. A questo si è aggiunto l'ultimatum alla società, perché lunedì il portoghese partirà per le vacanze e nonostante i suoi effetti rimarranno nel armadietto a Trigoria, i prossimi giorni dovranno essere quelli del confronto atteso.

Per il momento, però, fronte società vige il solito silenzio, coerentemente con quanto fatto fino a oggi, ritenendo che i panni sporchi si lavino in casa propria. E se Pinto alla vigilia della finale ribadiva come la sua intenzione fosse «quella di continuare con Mourinho», i Friedkin non sentono il dovere di esporsi, forti di un contratto che vede il portoghese legato alla Roma per un altro anno. Una mentalità, quest'ultima, prettamente americana e che tal volta poco collima con quella del mondo del calcio. Tra silenzi e tensioni, poi, si inserisce anche un problema non di poco conto come quello del settlement agreement firmato nemmeno un anno fa che non permette alla Roma di fare follie di mercato. In questo scenario andrà trovato, se le parti vorranno, un punto di incontro. Andrà fatto entro domenica, per evitare che la finale di mercoledì non sia stata l'ultima panchina di Mourinho in giallorosso, vista la squalifica che lo bloccherà contro lo Spezia.

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