Foggia: "Pescara, tanta roba i 20mila dell'Adriatico. Samp-Salernitana, un caso fuori da ogni logica"

Intervistato dalla redazione di TuttoSalernitana, il direttore sportivo del Pescara Pasquale Foggia si è soffermato sulla recente vittoria ai danni della Ternana che ha permesso agli abruzzesi di tornare in serie B dopo 4 anni: "Siamo sicuramente tutti molto contenti, abbiamo fatto un buon lavoro e volevamo regalare una gioia alla città. Credo che sia giusto dare meriti a tutti: la società ha fatto tutto quello che doveva fare, l'allenatore è stato bravo, la squadra si è fatta trovare pronta e anche i tifosi hanno fatto la loro parte. Vedere 20mila persone in una partita di serie C è roba che non capita tutti i giorni e bisogna riconoscere i meriti anche alla tifoseria. Futuro? Merola è uno di quei misteri del calcio. Negli ultimi anni ha segnato oltre 50 gol da esterno, ha talento e potenzialità per fare tranquillamente la serie B e ora che avrà finalmente questa opportunità ce lo terremo strettissimo. Ci sono giovani che ci piacciono, nella Salernitana c'è il difensore Gentile che secondo me ha tutte le carte in regola per fare una carriera importante".
Da doppio ex non può mancare un commento su quanto sta accadendo in serie B, una vicenda infinita che vede protagoniste Salernitana e Sampdoria: "Quando si dice che il calcio italiano è indietro, di strutture e dirigenti, purtroppo è vero e non è possibile che un sistema perda di credibilità in questo modo. Il giorno prima del playout è uscito fuori un qualcosa di cui credo fossero a conoscenza già da diversi mesi, Chi ne paga le conseguenze sono i tifosi e le società che investono milioni di euro. È qualcosa di sbagliato, viene penalizzato tutto il sistema calcio italiano. Ci si dimentica che ci sono lavoratori silenziosi, come i magazzinieri, che vivono in funzione di una partita o di una categoria e non si può mettere sempre tutto in discussione. Ricordo la mia e la nostra polemica in un Benevento-Cagliari che ci costò la retrocessione. Ora leggo che c'è enorme malcontento a Salerno ed è illogico e imbarazzante che i calciatori preparino una partita e poi si ritrovino a conoscere a metà giugno il nome dell'avversaria. In generale però posso dire che la cosa assurda è che Salerno e Genova, sponda Samp, debbano giocare uno spareggio per non retrocedere quando, per blasone, meriterebbero decisamente di più".
Sulle carenze italiane in ambito giovanile: "Nelle Primavere è stata introdotta la retrocessione e la promozione ed è normale che si pensi al risultato. Prima c'era la strada e si dribblava, ora ci sono i libri dove al centro dell'attenzione c'è l'allenatore e non il ragazzo. Parliamo di strutture, siamo anni luce indietro ma abbiamo tirato fuori talenti dalla strada anche senza campi di allenamento Il settore giovanile è visto oggi più come un peso, per i costi, che un vantaggio. La Campania ha sempre tirato fuori talenti, ci vorrebbero società in grado di capire che senza vivai non c'è futuro". Infine un aneddoto personale: "Ricordo quando Lotito mi chiamò per andare a Salerno: partii da Dubai e firmai subito. Mio figlio mi chiamava "papà palo e traversa" perchè ne colpii 12 in un solo campionato, tre soltanto nel match interno col Pontedera. Però non resi per quanto la gente si aspettasse e, a settembre, dissi alla proprietà che non volevo ricevere lo stipendio. E l'estate successiva lasciai sul tavolo due anni di contratto. Mi sento in debito con la tifoseria di Salerno, una piazza da serie A che portò 15mila spettatori in C per un Salernitana-Lecce che vide sfidarsi me e Miccoli".
