Picerno, il dg Greco: "De Luca non è una scommessa. Noi un modello, sono orgoglioso"


Vincenzo Greco, direttore generale del Picerno, è intervenuto nel corso dell'appuntamento pomeridiano di A Tutta C, trasmissione in onda su TMW Radio e su Il 61, canale 61 del digitale terrestre.
Partiamo dalla scelta del mister, avete promosso De Luca che lo scorso anno era il vice di Tomei. Una bella scommessa
"Voglio sfatare un attimo questo luogo comune: non è una scommessa. Non facciamo salti nel buio quando scegliamo un allenatore o un calciatore. Non peschiamo a caso: facciamo scelte attente perché seguiamo i professionisti durante il loro percorso. Così è successo con Emilio Longo: conoscevamo la persona, quindi l’aspetto umano dell’allenatore, e conoscevamo le sue qualità professionali. Gli abbiamo dato un’opportunità consapevoli della scelta che stavamo facendo. Poi Longo ha dimostrato sul campo il suo valore. Stessa cosa con Tomei, che veniva da un esonero, e adesso vale lo stesso per De Luca. Conosciamo bene De Luca dal punto di vista umano, perché abbiamo già lavorato insieme un anno. E abbiamo potuto apprezzare anche il professionista, che ha alle spalle quasi vent’anni di panchine nei dilettanti. È un allenatore preparato, innovativo, e che soprattutto ha sposato a 360 gradi il nostro progetto tecnico.
Per quanto riguarda la squadra, avevamo la necessità di chiudere un ciclo: con tanti giocatori avevamo condiviso un percorso lungo, e sia loro che noi avevamo bisogno di nuovi stimoli e di una freschezza atletica diversa. Abbiamo deciso di ringiovanire l’età media della rosa: oggi un 2001, un 2000 o un 2002 non sono più giovanissimi, ma calciatori che devono avere la possibilità di giocare e di essere protagonisti in Serie C".
L’anno scorso 48 punti e playoff. Quest’anno alziamo l’asticella o si parte con obiettivi bassi?
"L’anno scorso abbiamo fatto 48 punti, ma la classifica è stata falsata da penalizzazioni. Senza la sottrazione dei punti potevamo averne di più o di meno, ma certamente condiziona anche psicologicamente. Il nostro obiettivo resta quello di raggiungere la salvezza il prima possibile. Picerno è in un “girone di ferro”, una Serie C che sembra quasi una Serie B, con squadre blasonate che hanno fatto la storia del calcio italiano. Per noi quest’anno sarà ancora più difficile: puntiamo dritti alla salvezza, senza creare obiettivi ulteriori. Poi, se riusciremo a raggiungerla presto, cercheremo di migliorare i risultati degli anni passati. Siamo ambiziosi, ogni anno cerchiamo nuovi stimoli e di alzare l’asticella, ma sempre con consapevolezza e umiltà".
Proprio oggi è arrivata una penalizzazione al Foggia e i deferimenti a Triestina e Rimini
"Non è bello vedere certe cose, parliamo di società già in difficoltà economica, incapaci di saldare gli impegni della scorsa stagione. E questo ci rattrista: tutti dicono che Picerno dovrebbe essere un modello, e io ne vado orgoglioso. Facciamo i passi giusti, non spese folli. L’anno scorso avevamo il monte ingaggi più basso del girone, eppure siamo stati tra le prime società per minutaggio dei giovani. Puntiamo su allenatori motivati, facciamo plusvalenze, rispettiamo i parametri. Abbiamo un presidente molto facoltoso, ma io devo spiegargli che bisogna mantenere certi limiti: è immorale, nel periodo che viviamo, spendere milioni per risultati che si possono ottenere con idee, competenza e opportunità ai meritevoli. Bisogna darsi una regolata: a volte i presidenti si fanno prendere la mano e spendono troppo, senza poi riuscire a rispettare gli impegni. Non possiamo dare la colpa alla Lega o alla Federazione.
Io ragiono come un buon padre di famiglia: spendo solo quello che ho in tasca, non quello che penso di poter avere".
Si può anche “costruire” un atleta, senza dover prendere il talento già fatto?
"Esatto. Ci sono due strade: investire nel settore giovanile – ma a Picerno non è possibile, per bacino e strutture – oppure pescare nelle serie minori, tra dilettanti ed Eccellenza, dove ci sono giovani che hanno già vissuto campionati veri, con la pressione del risultato. Noi seguiamo questa seconda strada: prendiamo ragazzi, diamo loro una possibilità e li formiamo".
In sei anni a Picerno avete centrato quattro qualificazioni consecutive ai playoff.
"Sì, e ne siamo orgogliosi. Questo è il quinto campionato consecutivo dopo la retrocessione – causata da episodi precedenti al nostro arrivo – e da allora abbiamo sempre ottenuto risultati importanti. Per una piccola realtà come la nostra, arrivare sempre tra le prime dieci, essere protagonisti nel girone C per tre anni di fila, è motivo d’orgoglio. Ci spinge a migliorarci ogni anno".
Ora amichevoli di livello con Avellino e Bari, poi Coppa Italia di Serie C col Trapani e in campionato debutto col Cerignola. Come procede il ritiro?
"Siamo in ritiro da 15 giorni, la squadra lavora bene e segue il mister. Abbiamo scelto amichevoli impegnative: è inutile vincere 20-0 con squadre che non ti danno indicazioni. Meglio sfide toste, così eventuali problemi emergono e abbiamo tempo di intervenire. La Coppa con il Trapani sarà dura: è una delle squadre che investe di più sul mercato. La prima di campionato col Cerignola, che per me è la “vincitrice morale” dell’anno scorso, senza penalizzazioni avrebbe avuto il 90% di possibilità di vincere il campionato, sarà una sfida contro una squadra forte, allenata da un ottimo tecnico come Maiuri. Ci faremo trovare pronti".
