Trapani, il ds Volume categorico: "Grandolfo non si muove da qui. Play off alla portata"
Intervenuto nel corso della trasmissione A Tutta C in onda su TMW Radio il dirigente del Trapani Luigi Volume, fresco di nomina a direttore sportivo, ha parlato dei suoi primi mesi nel club siciliano con uno sguardo anche al mercato di gennaio: “"Guardi, non finirò mai di ringraziare il presidente (Antonini, ndr) per avermi chiamato qui e per farmi lavorare in una proprietà così solida e professionale. Sapevo degli otto punti di penalizzazione fin dall’inizio. Il presidente è però convinto di poter far valere le proprie ragioni nelle sedi opportune e sono certo che questa partita sui punti sia ancora completamente aperta".
È bello sottolineare che parliamo di una proprietà che ama davvero lo sport, una situazione piuttosto rara oggi. Ci racconta un po’ questo mondo sportivo di Trapani?
"Le faccio un parallelo per rendere l’idea. Cinque anni fa arrivai a Trapani come direttore sportivo del Matera: vincemmo 4-0 e ricordo ancora la porta dello spogliatoio presa a schiaffi dopo un autogol. Oggi invece abbiamo uno stadio completamente nuovo, ristrutturato e all’avanguardia. Approfitto per invitarvi tutti a venire a vedere le nostre strutture: sono in un contesto ambientale stupendo. Abbiamo sale mediche moderne, sala video, tutto sviluppato in maniera eccellente. Questo ci permette di fare calcio e sport di alto livello. Io stesso, nei momenti liberi, seguo anche la squadra di basket. Insieme a Paolo Cericola, l’addetto stampa che è praticamente il nostro manager totale della comunicazione, abbiamo costruito qualcosa di davvero importante per lo sport in città. È un aspetto che merita di essere sottolineato: servono proprietà che investano sul territorio con passione vera. Lo sport è un motore straordinario per una comunità".
In attesa di capire cosa succederà con questi punti di penalizzazione, qual è l’obiettivo realistico di questa stagione per il Trapani?
"Io per natura sono molto ambizioso, mi piace sognare. Per me i playoff sono assolutamente alla portata e le dico che faremo di tutto per raggiungerli, indipendentemente dalla penalizzazione. Il presidente mi ha già chiesto se c’è margine per migliorare ulteriormente la rosa, qualora servisse. Io ritengo però che la squadra sia già forte. Rispetto al passato ho una filosofia diversa: punto molto sui giovani. Ho girato tanti campi, metto a frutto le mie conoscenze e i miei studi per individuare talenti dalle categorie inferiori che possano completare la rosa in maniera intelligente".
Abbiamo letto che potrebbero esserci alcune novità in società, magari per quanto riguarda la figura del direttore sportivo (Mussi, ndr)
"In questo momento c’è stato l’esonero del precedente direttore sportivo: eravamo incompatibili, era già previsto da tempo. Ora vado avanti io. Sto facendo le giuste valutazioni sulla rosa. Oggi è uscito un giocatore che andrà alla Salernitana, ma in entrata ho già preso dal campionato di Serie D Stauciuc, che da oggi si allena con noi (verrà ufficializzato il 2 gennaio) e arriva in prestito dal Fasano. Le dico una cosa a caratteri cubitali: Grandolfo non si muove dal Trapani. Non esce, non se ne parla. A meno che non arrivi lo sceicco di turno che paga cifre folli… ma sinceramente non credo esista uno sceicco disposto a soddisfare le nostre richieste per Grandolfo, che sarebbero altissime. Non c’è dubbio".
Lei dice spesso di guardare la classifica senza penalizzazione
"Esatto. Guardi dove saremmo senza gli otto punti. E poi, se arriviamo ai playoff, lì si parte tutti da zero. La storia ci insegna che anche squadre partite da posizioni più basse sono riuscite a vincere i playoff e a ottenere la promozione diretta in Serie B. Tutto è possibile".
Un giudizio sul girone?
"È un girone bellissimo, per certi versi sembra quasi una B2. Mi ha colpito tantissimo giocare contro il Siracusa: quei ragazzi non avevano percepito lo stipendio, eppure avevano un livello agonistico impressionante. Giocavano con tre giovani in campo e questo dimostra che giovani non significa ridimensionare le ambizioni. Prendere giocatori da campionati minori non significa rinunciare a sognare. E poi, con un po’ di presunzione, dico che faccio parte di una società che è abituata a comprare, non a vendere".
Tra le squadre che lottano per la promozione diretta – Catania, Cosenza, Benevento e Salernitana – c’è una che l’ha impressionata in modo particolare?
"Da quando sono qui ho affrontato solo Cosenza e Salernitana. Le dico con sincerità: in questo momento la Salernitana è quella che mi fa più paura. È la più brutta, ma la più concreta. E questo, paradossalmente, è quello che ho imparato in tanti anni di carriera: chi vince non deve essere per forza bello, deve concretizzare. Loro hanno un direttore sportivo molto astuto, capace di gestire situazioni anche difficili con la piazza, e questo li aiuta tantissimo".
Allargando lo sguardo, qual è il suo giudizio complessivo sulla Serie C oggi?
"La Serie C è cresciuta tanto in visibilità, grazie anche all’investimento di Sky. Sta crescendo gradualmente anche la presenza di pubblico sugli spalti, e il girone meridionale dà una spinta straordinaria. Gli organi federali ci stanno lavorando molto per migliorarla. Però bisognerebbe stare molto più attenti agli ingressi economici delle società. Io apprezzo di più chi investe sui giovani, non solo a livello di minutaggio in prima squadra, ma soprattutto costruendo un vero settore giovanile".
A proposito di investimenti
"Guardi il nostro caso. Il presidente Antonini ogni mese spende quasi 50.000 euro solo di trasferte, tra prima squadra e settore giovanile. Noi siamo costretti a viaggiare sempre in aereo, spesso con voli il giorno prima, e a volte addirittura con charter perché gli orari non coincidono. Le altre squadre siciliane più vicine – Siracusa e Catania – le facciamo in pullman, ma tutte le altre richiedono due giorni di viaggio minimo. Quindi la nostra spesa è triplicata rispetto a chi sta in continente. Gente come Antonini va tenuta stretta nel movimento, perché chi investe tanto senza grandi entrate oggi è sempre più raro. E per chi gioca nelle isole servirebbe un occhio di riguardo da parte della Lega, come avveniva una volta in Serie B, quando coprivano parte delle spese di trasferta per le squadre isolane. Fare calcio in Sicilia è bellissimo, l’ambiente è caldo, Trapani è una città meravigliosa… ma i costi sono completamente diversi. Fa male vedere le istituzioni così scollegate da una proprietà che ha fatto cose straordinarie per la città".











