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17 marzo 1991: il Napoli vince grazie a un gol di Zola. Ma Maradona è positivo all'antidoping

17 marzo 1991: il Napoli vince grazie a un gol di Zola. Ma Maradona è positivo all'antidopingTUTTO mercato WEB
© foto di Aic/Image Sport
venerdì 17 marzo 2023, 00:00Accadde Oggi...
di Andrea Losapio

È forse il giorno più agrodolce per il Napoli e per la sua città. Perché il 17 marzo 1991 è l'ultima partita di Diego Armando Maradona all'allora San Paolo, stadio che ora invece prende il suo nome. Dopo la sfida contro il Bari, vinta per 1-0 con rete di Gianfranco Zola, il campionissimo argentino viene sorteggiato per l'antidoping. Maradona viene trovato positivo, le controanalisi poi confermeranno le tracce di cocaina all'interno del suo corpo. È una notizia bomba, che sconquassa il club e il mondo del calcio. Lo stesso Diego lascerà a inizio aprile la città, per poi non farci ritorno. Cinque giorni dopo, il 6 aprile 1991, la commissione disciplinare della Lega lo ferma per 15 mesi, mentre il 20 viene confermata la sanzione, di fatto bloccandolo fino al 30 giugno del 1992.

È l'inizio della parabola discendente, perché poi Maradona finisce al Siviglia nel 1993 per cercare di arrivare a USA 1994, dove la FIFA lo vuole assolutamente in forma, anche per trainare il soccer nel continente. Lui si allena come un matto per essere in forma splendente e la prima partita, contro la Grecia, è uno show: 4-0 con uno dei gol più belli del Pibe, grazie a un'azione travolgente. Lì arriva una nuova positività, stavolta all'efedrina, che sembra tanto un complotto contro di lui. A quel punto è una botta troppo forte per rientrare in campo, se non come allenatore, dove tornerà al Mondiale nel 2010 (perdendo poi contro la Germania).

In un'intervista a Il Fatto Quotidiano di qualche tempo fa, Giorgio Perinetti ricorda i momenti della comunicazione della positività del 1991 a Maradona. “Purtroppo sono dovuto andare io, alle mie parole si è toccato con la mano il fianco come se proprio in quel punto sentisse un dolore fisico. Nello stesso istante ha fatto una smorfia che non dimenticherò mai più. È stato un momento doloroso per tutti. Per lui che aveva capito che la sua carriera in Italia era giunta al termine e per la gente di Napoli. In qualche misura quel breve colloquio ha segnato per sempre anche la mia vita”.

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