25 agosto 2007, multipli attacchi cardiaci colpiscono Puerta durante Siviglia-Getafe. Morirà qualche giorno dopo

Doveva essere una sorta di festa, la prima di campionato al Ramon Sanchez Pizjuan di Siviglia, il 25 agosto del 2007. Da una parte c'erano i Campioni d'Europa (UEFA, non Champions), che quattro giorni dopo avrebbero giocato la Supercoppa europea contro il Milan di Kakà. Dall'altra il Getafe. Al minuto numero ventotto Antonio Puerta, 22 anni, terzino destro degli andalusi si accascia sul terreno di gioco mentre correva verso la propria porta e perde conoscenza. I medici del Siviglia e i suoi compagni gli evitano di morire con asfissiato dalla sua stessa lingua. Successivamente sviene nuovamente negli spogliatoi. Si capisce subito che è in pericolo di vitae che non c'è nulla da fare se non portarlo di fretta in ospedale e sperare.

Il bollettino diramato subito dopo è cruciale. È "molto grave". A confermarlo è il presidente del Siviglia, José Maria del Nido, che a Cadena Ser parla del proprio giocatore. "Ha avuto diversi arresti cardiaci, è in terapia intensiva dell'ospedale Virgen del Rocio di Siviglia e le sue condizioni sono gravi, ma stabili. Abbiamo avuto paura, molta paura, per la vita del giocatore che ha subito parecchi arresti cardiaci, non vi voglio dire quanti per non spaventarvi". Invece, così, una passeggiata di salute... "La vita del giocatore è in serio pericolo". Sul sito del Milan appare il messaggio: "Da tutti i milanisti un sincero augurio di pronta guarigione ad Antonio Puerta".

Tre giorni dopo, alle 14.32 del 28 agosto, il cuore di Puerta smette di battere per un'ultima volta. Alla base dei suoi problemi c'era una malattia nota come displasia ventricolare destra aritmogena, che causa morte improvvisa tra i giovani. Con esami medici più approfonditi si sarebbe potuta evitare la tragedia. Pochi giorni dopo si giocò Siviglia e Milan, sebbene entrambi i club proposero di annullare il match. I ventidue in campo indossarono la maglia numero 16 con la scritta "Puerta" per ricordare il collega.