Di Maria, a Rosario non ci stanno: "Guardate Trump, ovunque si possono avere problemi"

Il Presidente del Benfica, Manuel Rui Costa, ha confermato negli scorsi giorni che Angel Di Maria ha firmato con il Benfica, ponendo fine alla telenovela riguardante le possibilità per il futuro dell'asso argentino. Nonostante l'età non verdissima infatti, l'ex Juventus aveva diverse pretendenti, anche se in prima fila c'era a corteggiarlo, oltre al Benfica stesso, il Rosario Central.

Alla fine, sulla decisione di non tornare dove tutto è iniziato sembra che possa aver pesato anche la questione della sicurezza. Il governatore della provincia di Santa Fé (della quale Rosario è la città più popolosa), Gonzalo Belloso, ha affrontato la questione e ha riconosciuto che la decisione del giocatore di non tornare in Argentina per motivi di sicurezza è stata "dolorosa", ma ha sottolineato che in provincia esistono dei protocolli per garantire la tutela delle personalità pubbliche: "Se ci sono abbastanza tutele? Io dico sì, tutti hanno tutele. Ma dobbiamo accettare che esiste un protocollo, che il tuo stile di vita non sarà quello di una persona comune se sei così conosciuto e che uno possa essere al centro di tensioni, in questo caso con i tifosi di calcio".

"E' vero che possiamo essere minacciati" - continua Belloso - "ma sappiamo che se rispettando il protocollo di sicurezza stabilito, in questo caso dal Ministero della Sicurezza, le nostre condizioni di protezione saranno soddisfatte. Ce l'ho io perché sono la persona più minacciata nel Paese dalle organizzazioni criminali, ce l'ha il Pubblico Ministero ed è a disposizione anche di qualunque persona pubblica voglia vivere qui, come un atleta di alto livello".

Che non passi però il messaggio che Rosario sia più pericolosa di altre città: "Negli Stati Uniti hanno quasi assassinato un ex presidente, vediamo cosa è già successo a Madrid o Israele . Ci sono eventi che non possono essere evitati in nessuna parte del mondo".