Albertini: "Felice per Ricci al Milan. Lo prenda come un punto di partenza e non di arrivo"

Demetrio Albertini è uno degli ospiti del Premio Fairplay Menarini in corso di svolgimento a Firenze. Queste le parole dell'ex centrocampista: "Il fairplay a volte è una cosa soggettiva purtroppo perché non è una regola scritta. Fa parte dei valori dello sport, non solo del calcio. Sono onorato di ricevere questo premio, sono 20 anni che ho smesso e forse qualcosa da dirigente l'ho fatto".
Il nuovo corso della Nazionale?
"Le valutazioni da fare sono tante... Oggettivamente sono stupito della gestione, dell'esonero da una partita all'altra. Ma essendo fuori non so se è stata una cosa preventivata o spontanea. Da tifoso credevo e pensavo ad un sostituto il giorno dopo, ma forse tirandosi indietro uno o due allenatori si è cercato l'alternativa migliore e Rino può esserlo".
Gli ex giocatori che si schierano dalla parte di Infantino e della FIFA sulle tante partite?
"Io penso si debba trovare equilibrio. Il problema è che non ci si parla, non ci si mette d'accordo, non c'è una regia comune. L'ho detto che si gioca troppo, ma anche che quello è un Mondiale che avrei voluto giocare da calciatore. E' affascinante affrontare squadre non europee. Il problema è che sono aumentate le partite della Nazionale, della Champions, i campionati sono a 20 squadre... Il problema è il tempo. Le europee hanno più problemi delle sudamericane, per esempio".
Dopo le sue dimissioni, perché non c'è ancora un presidente del settore tecnico nominato?
"Siamo qui per ritirare un premio legato al fairplay, è giusto mantenerlo…".
Essendo a Firenze, cosa pensa della nuova Fiorentina?
"Che bello rivedere Stefano su una panchina italiana… Al Milan ha fatto molto bene, poi il ciclo si era chiuso. Il nuovo corso viola con i giovani italiani? Mi piace molto che si possa valorizzare gli italiani ed il lavoro dei settori giovanili italiani, che non riguarda solo i calciatori italiani".
Ricci al Milan?
"Mi piace. Spero per lui che non lo prenda come punto di arrivo ma di partenza. E' un'opportunità. A volte arrivare nell'arrivare in una grande squadra pensi di essere bravo, ma devi prenderla come occasione per giocare per qualcosa di ancora più importante. Spero che si giochi tutte le carte che ha".
