Benfica-Napoli senza scintille (per ora), ma Conte e Mou non se le sono mai mandate a dire
Lisbona accende le luci su una sfida che pesa come poche altre in questa League Phase di Champions League: Benfica-Napoli, incrocio per certi versi decisivo per la corsa ai playoff e nuovo capitolo della lunga, complessa rivalità fra José Mourinho e Antonio Conte. Due punti di vista, due filosofie, due storie che tornano a incontrarsi dopo anni di tregua apparente.
Tra il 2016 e il 2018, in Premier League, i due tecnici si affrontarono sei volte: quattro vittorie per Conte, due per Mourinho. Una superiorità che alimentò un clima teso fin dal celebre 4-0 di Stamford Bridge, quando l’esultanza del tecnico italiano irritò profondamente il collega portoghese. Da lì nacque una guerra fredda fatta di frecciate, accuse di anti-calcio, strette di mano gelide e frasi entrate nella memoria collettiva, come il “Giuda number one” di Mourinho o la replica durissima di Conte sulla “demenza senile”. Con l’addio di Mou allo United, le acque si calmarono. Ma la Champions, si sa, è perfetta per riaprire conti lasciati sospesi.
Alla vigilia, dal Benfica Campus, Mourinho non ha nascosto rispetto e preoccupazione per un Napoli che “gioca meglio ora rispetto a inizio stagione”, pur punzecchiando sulle assenze: “Non mi faccia ridere… chi ha McTominay non può lamentarsi”. In casa Benfica c’è urgenza: solo 3 punti, obbligo di vincere per restare in corsa.
In serata, allo stadio da Luz, Conte ha evitato qualsiasi scintilla dialettica: “Mourinho è un grandissimo allenatore, sarà un piacere rivederlo”. Poi il focus sulla partita: niente calcoli, massima concentrazione e la consapevolezza che i 7 punti degli azzurri possono diventare un tesoro pesantissimo.
Benfica contro Napoli, Mourinho contro Conte. A Lisbona non è solo una partita: è un esame di maturità europeo, con la storia – sportiva e personale – a fare da scintillante cornice. Tonight, Chapter Seven.











