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Chiesa sul futuro: "Potrei anche restare al Liverpool". Poi strizza l'occhio a Firenze

Chiesa sul futuro: "Potrei anche restare al Liverpool". Poi strizza l'occhio a FirenzeTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 09:28Serie A
di Niccolò Righi

L'attaccante del Liverpool Federico Chiesa, fresco vincitore della Premier League con la maglia dei Reds, ha parlato al Corriere dello Sport-Stadio. Queste le sue parole, iniziando dall'esperienza avuta in Inghilterra: "Slot mi ha fatto giocare anche da nove. Questa esperienza è stata importante, formativa, mi dovete credere. Avendo studiato alla scuola inglese non ho incontrato problemi con la lingua, mi è piaciuto un sacco misurarmi con una cultura diversa, idee diverse, anche calcistiche. Un esempio? In Premier il day off è istituzionalizzato, è il giorno della settimana destinato al recupero delle energie e alla famiglia. In Italia non è così. Il ritiro è una pratica occasionale. Con Slot, anche se è olandese, mai quando si gioca in casa e solo se si è in trasferta. L’attenzione nei confronti delle famiglie dei calciatori è elevatissima. C’è un lavoro costante dietro le quinte per permettere all’atleta di star bene tanto in campo quanto fuori".

Sullo scarso minutaggio.
"All’inizio ho provato la frustrazione del cambiamento radicale e del fatto di essere molto indietro rispetto al gruppo, poi c’è stato l’infortunio. Fino alla partita col Psg il Liverpool era davanti a tutti, in semifinale di Carabao e tra le favorite in Champions, che ha vinto proprio il Psg. Potevo mettermi a discutere le scelte di Slot che con me è sempre stato rispettosissimo, così come il club? La voglia di giocare c’era eccome, l’ho messa da parte, ho capito la situazione. Accantonata ogni forma di individualismo".

Sul futuro.
"Presto mi siederò al tavolo con il club, Fali Ramadani e la mia famiglia per individuare la soluzione migliore. Restare a Liverpool non mi dispiacerebbe affatto".

Sulla partita con la Norvegia.
"È dura, ma i nomi non contano più. Spalletti può dare molto alla squadra, non possiamo fallire l’obiettivo per la terza volta di seguito. Siamo l’Italia... Le attenzioni del ct mi hanno fatto piacere, quella maglia la rivoglio".

Sulle scelte della Juventus.
"Che Szczesny e Rabiot fossero fuori dal progetto lo sapevamo tutti. Le esclusioni di Fagioli e Danilo invece mi hanno stupito. Dani nello spogliatoio era il punto di riferimento, è juventino dentro, il suo taglio una scelta che non ho capito, né condiviso... Motta con me è stato chiaro: non mi servi, cercati una squadra. Gli ho detto che ero pronto a lottare, a mettermi alla prova perché volevo restare e dimostrare di essere ancora utile alla Juventus. Ma non c’è stato niente da fare".

Conte l'ha sentito?
"Mai, Antonio mai. Ho letto che mi hanno piazzato dappertutto, ma non ho avuto contatti diretti con nessuno. Giusto un messaggio di auguri di Max all’inizio. È un grande, oltre ad avermi cambiato posizione mi ha fatto capire la differenza che corre tra un allenatore di top club e uno di club medi. Carisma, gestione, sensibilità e tecniche che non si imparano a Coverciano, così gli rubo la battuta".

Di Firenze cosa le resta?
"La mia famiglia sta lì, così come tanti miei amici. Continuo ad avere un legame fortissimo con la città".

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