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Marco Ottolini: "Al Genoa solo chi è convinto di vestire il rossoblù. Faremo innesti mirati"

Marco Ottolini: "Al Genoa solo chi è convinto di vestire il rossoblù. Faremo innesti mirati"
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 06:45Serie A
di Andrea Piras

Il campionato appena terminato e quello che verrà. Nel mezzo tanto mercato, trattative ipotetiche e concrete che il Genoa proverà a portare a termine per affidare a mister Vieira una squadra competitiva per la prossima stagione. Di questo e tanto altro abbiamo parlato insieme al direttore sportivo Marco Ottolini che ha fatto il punto della situazione in casa rossoblù:

Direttore, partiamo da un'analisi della stagione. E' arrivata una salvezza anticipata, un buon viatico per impostare il prossimo campionato?
"E' stata una buona stagione. Considerando le premesse e tutto ciò che è successo. Oltre ad aver ottenuto la salvezza con largo anticipo, abbiamo anche costruito qualcosa da un punto di vista tecnico e del club".

Quanto c'è stato di mister Vieira in tutto questo?
"Patrick ci ha sicuramente alzato il livello da tantissimi punti di vista. Ha dato motivazione a tutti, ha alzato proprio il piano comunicativo. Il confronto è sempre molto aperto, molto specifico. Non si resta in superficie ma si va molto nel dettaglio delle cose. Se ci sono delle tematiche da affrontare, si affrontano sedendosi e analizzandole nel dettaglio. Questo ha portato beneficio. Poi c'è il carisma che lui trasmette".

E quanto è importante il suo rinnovo?
"Credo in generale che la continuità e la stabilità, in un ambiente come quello del calcio, siano aspetti fondamentali. Riuscire a trattenere Vieira è un grande passo per porre una base solida e per cercare una conferma che è quello che dobbiamo fare. Sapendo che siamo in un club che non è ancora al punto di poter trattenere tutti i giocatori e quindi dobbiamo sempre cercare delle certezze, delle colonne su cui appoggiarci. Anche in funzione di questo, riuscire a programmare con un po' di anticipo e cercare di dare caratteristiche che il mister richiede nei giocatori credo sia una cosa importante".

Pinamonti ha raggiunto la doppia cifra ma anche tanto lavoro per la squadra.
"Andrea è un giocatore che gioca da tanti anni anche se è giovane. E questo ritorno al Genoa ha decretato un punto di svolta nella sua maturità sia personale che di leadership sul campo. Quello che abbiamo cercato di fare dall'inizio è fargli sentire il fatto che lo volevamo tanto. Abbiamo cercato di dargli responsabilità e di fargli sentire quanto lui potesse essere importante per una squadra. E questo è quello che è successo. E' stato messo e si è messo nelle condizioni di far vedere il livello che ha raggiunto. E' stato bravissimo nel gruppo, è stato sempre positivo, ha trascinato gli altri e ha lavorato senza sosta. Siamo stati molto contenti di averlo con noi".

A fine stagione Badelj lascia il Genoa. Una colonna dello spogliatoio e un esempio per i giovani.
"E' difficile descrivere a parole cosa sia Milan Badelj, come calciatore e come persona. Questi tre anni vissuti assieme sono stati meravigliosi. Prima di arrivare sapevo già com'era e avevo già l'idea di dargli questa responsabilità soprattutto nel momento in cui la squadra era retrocessa e bisognava ripartire da qualcuno che avesse spessore. Milan ha dimostrato di averlo, ha saputo prendersi la squadra sulle spalle. E' un punto di riferimento con quel suo carisma non 'esplosivo' ma con quella leadership di intelligenza seguita da tutti. E' una perdita grossa nello spogliatoio ma siamo contentissimi di quello che ha fatto, forse poteva andare avanti un altro anno poi magari non se l'è sentita. Come ho detto anche nel discorso finale, stiamo creando nuovi leader e mi auguro che i più giovani che hanno avuto la fortuna di stare con Milan nello spogliatoio abbiano assorbito qualcosa da lui. Ci sono state anche tante belle parole alla fine e me le porterò anche nel mio bagaglio personale perché tutte le cose che dice Milan sono qualcosa di prezioso".

Frendrup, giocatore che ha comunque tante richieste, ha fatto di recente delle belle dichiarazioni nei confronti del Genoa.
"E' un po' il prototipo del giocatore del Genoa. E' un combattente, tosto e silenzioso. C'è sempre e si può sempre fare affidamento su di lui. E' un condottiero silenzioso. Lo abbiamo visto anche crescere questo ragazzo e penso che da un po' sia diventato un grande leader di questa squadra. Poi ci sono dei momenti nella carriera dei giocatori. L'anno scorso avevamo delle richieste per lui che abbiamo rimandato, le abbiamo rimandate anche a gennaio. Vedremo quello che succede ma mi fa piacere abbia detto queste belle parole".

De Winter potrebbe lasciare Genova qualora arrivassero richieste congrue?
"Koni è un altro giocatore che è cresciuto molto. Sta diventando sempre più consapevole, è un profilo di livello internazionale per qualità fisiche, tecniche e mentali. Stanno arrivando, già erano arrivate, alcune richieste di informazioni. Al momento non c'è nulla di scritto, di concreto o di finalizzato. E' un calciatore che ha molte richieste".

Vasquez va verso una permanenza più duratura?
"Lui ha parlato in maniera molto chiara. Le nostre volontà coincidono. Per noi Vasquez è una colonna della squadra. Anche lui ha la mentalità da prototipo da calciatore del Genoa. Non vogliamo lasciarcelo scappare".

Toljan non arriverà?
"Giocatori che non sono completamente convinti di vestire la maglia rossoblù tendiamo a non prenderli. Stiamo valutando un po' tutto per quel ruolo, vediamo come va".

Come affronterà il Genoa questo mercato?
"Siamo ancora in una fase di evoluzione di questo club. Non siamo ancora in quel momento dove possiamo confermare i giocatori e in ogni stagione sappiamo che dobbiamo trovare delle alternative. Stiamo lavorando su quello. Qualche giocatore partirà, qualcun altro arriverà. Faremo degli innesti mirati in base alle caratteristiche che ci servono. Dobbiamo dare il tempo ai nuovi di inserirsi. Lo abbiamo visto con Gudmundsson o Frendrup ma anche con Norton-Cuffy e Martin. In questa società poi il discorso della sostenibilità è fondamentale, in questi anni siamo riusciti a coniugare questa strada dal punto di vista finanziario, e di migliorare i conti, con l'ottenere i risultati".

In attacco si è parlato di Emegha, Camara e Sulemana.
"Sono nomi che smentisco. Sulemana ammetto che lo abbiamo seguito anche a gennaio ma non credo ci siano le condizioni per portare avanti queste operazioni".

Può arrivare una prima punta?
"Per il momento abbiamo tre prime punte. C'è Vitinha che comunque è un giocatore di valore, c'è Ekuban e c'è Ekhator che è un patrimonio del club da valorizzare".

Rientreranno tanti giocatori dai prestiti: da Bohinen, Ankeye, Vogliacco. Ci potranno essere spiragli o verranno ceduti per trovare maggior spazio?
"Sono cose che stiamo valutando. Hanno fatto bene nel club in cui sono stati. C'è l'interesse di alcuni club verso questi giocatori, sono cose che vedremo gli sviluppi nelle prossime settimane. Partiremo per il ritiro con una rosa corposa, si aggregheranno giocatori come Ellertsson e Stanciu oltre a chi rientrerà dai prestiti, ai giovani e, se ci sarà, qualche nuovo acquisto".

Stanciu può portare esperienza a questo gruppo?
"Stanciu porta qualità ed esperienza. E' un giocatore abituato a giocare il calcio internazionale. E' un ragazzo con un indice di adattabilità ad un nuovo contesto abbastanza alto. E' un capitano. Ho sempre pensato che è meglio avere tanti capitani in squadra. Quest'anno perdiamo Badelj però cerchiamo di mettere nel gruppo delle nuove leadership. Poi spetterà a lui conquistarsi spazio e fiducia dell'allenatore anche perché abbiamo dei giovani bravi".

La situazione di Gudmundsson?
"Sul discorso di Albert siamo tranquilli. Nel senso che ha giocato nella Fiorentina nell'ultimo anno, i viola hanno ancora la possibilità di acquistarlo. Siamo pronti a vedere quale sia lo scenario migliore per tutti".

Fra i giocatori di esperienza ci sono anche Bani e Sabelli.
"Sono ragazzi che hanno dato tanto in questi anni. Sono colonne di questa squadra sia quando giocano sia quando non giocano. Avere questi giocatori in squadra diventa sempre più importante anche perché nel calcio d'oggi trovare dei leader è una cosa sempre più complicata. Trovare giocatori bravi pure perché quelli bravi che ci sono hanno costi improponibili per noi o c'è una concorrenza alta. Quando hai delle colonne che sostengono gli altri è fondamentale. Detto questo, anche loro devono mettersi in gioco e conquistarsi il loro posto in squadra. E noi, come società, dobbiamo anche creare delle nuove colonne, far capire loro dove sono, cos'è il Genoa, la storia del club e dove vogliamo arrivare nel prossimo futuro sapendo che c'è la volontà di programmare ma sapendo anche che c'è una regola non scritta che puoi programmare fino a cinque anni purché tu vinca la partita della domenica".

Si parla spesso di come venga dato poco spazio ai giovani. Il Genoa è in controtendenza visto che sono stati lanciati tantissimi giovani.
"Dobbiamo prendere coscienza del fatto che al Genoa nel settore giovanile ci sono sempre stati e sempre ci saranno giocatori di qualità. E il calcio va in quella direzione lì. Se non sei un top club con risorse illimitate devi cercare di sviluppare al meglio quello che hai in casa. Per fare ciò, noi stiamo mettendo in atto da un po' una serie di evoluzioni nel settore giovanile di nuove figure proprio per dedicarci di più allo sviluppo del giocatore. Per noi vincere campionati giovanili non è assolutamente prioritario, preferiamo avere giocatori con picchi più alti e che hanno la prospettiva di arrivare in Serie A. Non ci interessa creare giocatori per le categorie inferiori perché non è nell'interesse della crescita del club. A noi ci interessa creare giocatori con la mentalità e la qualità di giocare nel massimo campionato. Poi ovviamente non tutti ci arrivano e qui dobbiamo essere bravi a prevedere meccanismi per coloro i quali non arrivano. La nostra volontà è quella di investire su quei talenti, italiani o stranieri, che facciano la differenza e possano arrivare a giocare in Serie A con la nostra maglia".

In porta si riparte da Leali?
"Lo abbiamo preso a zero dall'Ascoli l'anno della promozione. E' un ragazzo eccezionale e un buonissimo portiere. Non avevamo dubbi si sarebbe fatto trovare pronto. Trasmette serenità e fiducia ai compagni e nel ruolo del portiere è un punto importante".

Com'è lavorare col presidente Sucu?
"Il presidente è una persona di cuore, molto seria e di famiglia. E questo lo si capisce subito appena ci si entra in contatto. Ci trasmette molta tranquillità ed è un grande valore aggiunto. Gli piace essere presente ed essere vicino alla squadra e a chi lavora in società. E questo ti porta un senso di appartenenza e tanti benefici".

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