Riganò: "Due cose mi vengono bene nella vita, case e gol. Fumavo davanti agli allenatori"
Christian Riganò a Firenze è ancora un idolo, anche se lui lo nega. Nel corso della lunghissima intervista che ha rilasciata a La Gazzetta dello Sport, ha rivelato di avere solo rimpianto, quello di non aver strappato una convocazione in Nazionale: "Per arrivarci dovevi sperare in un'epidemia… Si sarebbe dovuti ammalare tutti. Davanti a me c'erano Del Piero, Totti, Toni, Di Natale, Iaquinta, Inzaghi. E qualcuno rimaneva anche a casa".
L'ex attaccante di Fiorentina e Messina ha spiegato di essersi comportato sempre come una persona vera, addirittura fumava davanti agli allenatori. Una volta Prandelli, in ritiro con la Fiorentina, lo riprese mentre era in affanno: "'Quante sigarette fumi?'. 'Poche'. 'E fumane di meno'. Ma è finita lì".
Oggi Riganò è tornato a fare quello che faceva da ragazzo, ovvero il muratore e questo lo rende felice perché sa che così è se stesso e fa qualcosa che gli riesce: "Mi vengono bene due cose nella vita: i gol e le case. E non è che a 40 anni ti reinventi e diventi un altro". L'ex bomber racconta che non riesce proprio a stare fermo, ma che lavora pure per necessità: "Per campare, non lo nego. Avessi 10 milioni in banca vivrei più sereno".











