Giana Erminio, Mazza: "Serie C tosta, ma possiamo puntare in alto. Vicenza? Fortissimo"
Una sola sconfitta nelle ultime 12 giornate di campionato. Una zona playoff da consolidare nel Girone A e due gare ancora davanti prima del termine del 2025 per alzare ancora l'asticella. Di questo e di molto altro ha parlato, ospite di TMW Radio nel corso di 'A Tutta C', Andrea Mazza, portiere della compagine lombarda:
Cresciuto nel Monza dove hai fatto tutta la trafila del settore giovanile. Come sono stati questi primi mesi nel calcio professionistico di Serie C?
"Sicuramente si vede la differenza rispetto alla Primavera. L’anno scorso ero aggregato alla prima squadra del Monza, ma giocare è un’altra cosa. Qui alla Giana mi hanno accolto benissimo e ho subito capito perché la squadra era arrivata a certi risultati l’anno prima. La differenza l’ho sentita, ma non così tanto grazie all’aiuto dei compagni, del mister e di tutto lo staff".
Negli ultimi anni il tema del passaggio dal calcio giovanile a quello professionistico è diventato centrale, anche con l’introduzione delle seconde squadre. Qual è stato per te lo “scalino” più grande: quello atletico, tattico o mentale?
"Secondo me la differenza principale è mentale. Questo è un campionato tosto, con squadre e giocatori importanti, pieni di esperienza. A livello tecnico e tattico, se sei a questo livello, sei già forte. Ma l’aspetto mentale è quello decisivo: devi affrontare tutto nella maniera giusta, senza sottovalutare nulla. Ho visto tanti giocatori che in Primavera facevano la differenza e poi, in Serie C o B, hanno fatto più fatica proprio sotto questo aspetto".
Venite da cinque risultati utili consecutivi. Se togliamo la sconfitta con una squadra “di un’altra categoria” come il Vicenza, la striscia sarebbe ancora più lunga. Guardando alle ultime due gare del girone d’andata – Inter e Cittadella – qual è l’obiettivo? Possiamo dire che la Giana, al di là della salvezza, oggi è una squadra da playoff?
"Come dice il mister, dobbiamo guardare una partita alla volta. So che abbiamo già fatto il record di punti dell’andata: l’anno scorso eravamo a 20, quest’anno siamo già a 23. Viviamo il momento e cerchiamo di arrivare più in alto possibile. Non dobbiamo darci limiti o obiettivi minimi: nel calcio può succedere di tutto. Mi auguro di vivere una stagione bella come quella dell’anno scorso, piena di risultati e soddisfazioni".
Sul piano personale, qual è l’obiettivo di un portiere? Per gli attaccanti si parla di gol; per voi si ragiona in termini di clean sheet o c’è altro?
"Sicuramente la cosa più importante è non prendere gol, è l’obiettivo mio e della difesa. Ma, personalmente, firmerei per arrivare ai play-off anche prendendo un gol a partita, purché vincessimo tutte le gare. Sarebbe bellissimo e chiuderei la stagione felicissimo".
Avete già affrontato Vicenza, Union Brescia e Lecco. Solo il Cittadella manca all’appello tra le big. C’è davvero così tanta differenza tra il Vicenza e le altre?
"Quest’anno hanno costruito una squadra veramente importante. Già l’anno scorso seguivo il campionato e non vedevo un divario così netto; ma quest’anno, affrontandoli, è stata una delle squadre che ci ha messo più in difficoltà. Sembrano ovunque. Hanno giocatori che vengono da categorie superiori e si vede la loro testa diversa, la loro esperienza. Per me è la squadra più forte del campionato, senza dubbi. E la classifica lo conferma".
Stiamo chiedendo ai protagonisti della Serie C quale sia il loro pensiero sul FVS, il VAR “a chiamata”. Tu come lo vivi?
"A mio parere è un format intelligente. Lo vedevo anche in Serie A l’anno scorso dalla panchina: qui non si perde troppo tempo, perché hai solo due chiamate. Per esempio, lunedì con la Triestina sono andati a rivedere due rigori: il primo è stato dato, sul secondo non ero convinto fosse corretto. Sicuramente le polemiche ci saranno sempre, ma così si aiuta l’arbitro, che in campo deve guardare mille cose, e si aiuta anche la squadra a correggere eventuali sviste. Sono umani, quindi ben venga un supporto così".
In chiusura, ripensando alla gara vinta lunedì contro la Triestina, cosa si prova quando si neutralizza un rigore?
"Studio sempre gli attaccanti: mi guardo tanti video con il mister, i compagni e gli altri portieri, decidiamo cosa fare in base alla rincorsa e alle abitudini del tiratore. Lunedì, per esempio, dentro di me dicevo: “Voglio pararglielo”. Ho fatto di tutto per metterlo in difficoltà, fargli perdere concentrazione e provare a disinnescare il rigore per portare la vittoria alla squadra. È un’emozione fortissima. E visto com’è finita contro la Triestina, con la nostra vittoria 2-1, direi che è andata bene".











