Serie B, Bedin: "Il bello della categoria è l'imprevedibilità, da agosto fino a maggio"

Presso la sede della Lega Serie B a Milano, il presidente Paolo Bedin ha la parola in conferenza stampa alla vigilia dell'inizio della stagione 2025/26. Segui su TMW la diretta della conferenza stampa:
“Buongiorno a tutti. Innanzitutto grazie. Avete visto in questi mesi che il presidente non si è esposto troppo dal punto di vista mediatico. Ho voluto dare priorità alle cose da fare, perché ritenevo fosse più corretto far partire l’operatività, i fatti. E ritengo giusto, con la nuova stagione, dare una certa periodicità agli incontri con i media. Quindi scusatemi se da un lato in questi mesi ci siamo un po’ sottratti, ma per il futuro cercheremo di dare una cadenza regolare ai nostri incontri.
Parte la nuova stagione, la prima vera di questa governance. Lo facciamo con una struttura organizzativa della Lega che, volutamente, al termine di questi 6 mesi è stata ridisegnata in 10 aree, con due figure centrali: il segretario generale, che avrà 5 di queste aree sotto la sua giurisdizione, e un’area di sviluppo e ricavi, quella commerciale, marketing e comunicazione. Questa sarà una struttura che crescerà anche sotto il punto di vista numerico, delle risorse, ed è un primo obiettivo che questa governance si era imposta: creare una Lega più vicina ai club, più “Lega”.
Inizia un campionato estremamente interessante, con il solito mix di grandi squadre, sia rimaste in categoria che retrocesse dalla Serie A. Ci sono club con oltre 100 anni di presenza nel campionato cadetto e altre che arrivano dalla Lega Pro. E poi le squadre tipiche della categoria, che garantiscono seguito, storia e competitività. Fatemi ringraziare le proprietà, perché garantendo continuità permettono al nostro gioco di andare avanti. Dobbiamo sempre partire dalla base: senza proprietà solide non ci sarebbe futuro. È una Lega che ha la parte tecnico-sportiva, alla quale vuole affiancare una dimensione di sviluppo. Riteniamo che una Lega moderna debba porre attenzione ad aree di crescita e di servizio che club e sistema devono avere. C’è tutta l’area rivolta ai tifosi: comunicazione, digitale, social, contenuti. Un settore di grande interesse. Poi tutta l’area marketing. E c’è una grande riflessione sui diritti televisivi: la Lega deve anticipare i tempi e non subirli. I tempi presuppongono analisi e scelte, quindi andremo a fare delle riflessioni.
C’è un’area ISG (solidarietà, sostenibilità ambientale, buon governo, ndr). Abbiamo una grande responsabilità e anche un vantaggio: un’esposizione mediatica importante, che dobbiamo sfruttare non solo per giocare campionato e playoff, ma per fare di più. Infine, il rafforzamento dei territori. Le squadre hanno un forte radicamento locale: abbiamo la possibilità di valorizzare le nostre città e i nostri territori, e questo sarà un altro progetto collaterale. Quindi una Lega impegnata nella parte sportiva, ma anche nello sviluppo di aree che riteniamo importanti. Ultimo punto: forte invito al dialogo con le categorie, quella sopra e quella sotto, sempre all’interno e nel rispetto del sistema federale. Cosa che già sta accadendo, anche con le componenti tecniche, AIC e AIA.”
Bedin continua:
“Come tutti i settori industriali, anche il nostro ha dati positivi e altri più preoccupanti. Il prodotto dimostra di godere di buona salute: i dati di tifosi, abbonati e spettatori sono in continuo aumento. Rispetto all’anno scorso abbiamo superato i 100.000 abbonati.
Il seguito dei tifosi, spesso valutato sui social, dà un dato ancora più clamoroso: da 7,2 milioni l’anno scorso siamo oggi a oltre 8 milioni, tra canali dei club e di Lega. La Serie B continua ad avere un grandissimo seguito di tifosi digitali, a testimonianza dell’interesse di cui godono il calcio e le nostre squadre. Un altro dato importante riguarda i giovani. Nonostante anche in Serie B ci sia stato un incremento percentuale di stranieri, abbiamo un dato interessantissimo: il 28% dei giocatori scesi in campo nella stagione 24/25 sono Under 23. I dati più preoccupanti riguardano invece i conti economici e l’indebitamento. La nostra preoccupazione è che i costi, soprattutto quelli sportivi, continuano ad aumentare, e con essi l’indebitamento. L’ultimo dato che voglio citare è il tema della Serie B come laboratorio di talenti. Questo vale per i giovani calciatori ma anche per gli allenatori (5 esordienti quest’anno), per i dirigenti che debuttano nel nostro campionato e per gli arbitri: ben 5 esordienti nel team che Rocchi ha allestito per la categoria. La Serie B è e si conferma un laboratorio che prepara queste figure al grande salto”.
Serie B, flusso di giovani, ma manca lo sbocco verso le categorie superiori. Voi siete passivi o state trovando una soluzione?
“I giovani arrivano in Lega Pro, arrivano in Serie B, giocano. Dobbiamo riattivare il flusso verso la categoria superiore. Bisogna trovare strumenti o forme nuove per favorire il passaggio dei giovani dalla Serie B alla Serie A”.
Idee per far ripartire questo flusso?
“Abbiamo una commissione giovanile che lavorerà non solo sugli strumenti già in essere, ma anche su due o tre idee che saranno oggetto di riflessione nelle prossime assemblee”.
Come pensate di affrontare il nodo della massimizzazione dei ricavi TV?
“Ci sono due direzioni sulle quali lavorare. Anzi, tre. La prima è l’esplorazione e valorizzazione delle piattaforme, classiche e meno classiche. La seconda riguarda la televisione di Lega, perché questa è l’unica Lega che ha lanciato un canale proprio (LaB Channel, ndr), su cui esiste un progetto industriale. La terza, forse la più importante, riguarda i contenuti: dobbiamo pensare a proposte innovative per le nuove generazioni, abituate a forme di intrattenimento diverse e più adatte alle loro esigenze”.
Con Sky sembrava ma non è andato in porto nulla.
“C’è un dialogo, ma al momento non ha portato a novità, se non agli highlights. Ma è un dialogo che continua”.
La Lega vuole far diventare il proprio canale la soluzione definitiva?
“Non lo so, e non ho la pretesa di avere oggi una risposta. Dico solo che come Lega abbiamo un team importante e dobbiamo interrogarci su un piano di sviluppo per il nostro canale. Una cosa non esclude l’altra, e non deve escluderla, in questi 4 anni di governance”.
La decurtazione degli stipendi in caso di retrocessione?
“Accogliamo con grande favore questo risultato. Con l’AIC c’è un rapporto consolidato da anni. Ci incontreremo presto per discutere i risultati che potremo ottenere. Esiste un dialogo e una serie di sinergie con l’AIC che vanno oltre questo singolo aspetto”.
In questi anni due questioni sono rimaste irrisolte in Serie B, una è quella delle risorse, l’altra è quella delle regole. Che cosa intende proporre in questi anni?
“Le progettualità che erano state caratterizzanti nell’epoca della governance Abodi, ne ho parlato all’inizio. Stiamo cercando di capire se la Serie B può supportare anche con il carattere tecnico. Però la direzione è quella delle progettualità.
Il secondo tema è quello della sostenibilità. Le risorse sono in calo, derivano in gran parte dai diritti televisivi, che sono in flessione in tutto il mondo, in gran parte dell’Europa. Siamo dentro uno scenario di contrazione dei diritti. Dentro questo dobbiamo usare bene le risorse che abbiamo e trovare all’interno del nostro sistema domestico un concetto di “filiera”. Che funzione hanno Serie A, B e C? È questo che ci impegnerà nei prossimi mesi. Come farlo? Condivisione e collaborazione, perché non penso che la battaglia, i contenziosi e le aule siano la soluzione. Ci portano via tempo, risorse e non ci avvicineranno alla soluzione. Quindi penso che serva un dialogo all’interno di obiettivi comuni.
Rispetto alle regole: sono d’accordo, ma siccome ho la fortuna di conoscere anche altri sistemi europei, il coacervo di regole italiane in termini di ammissione, o anche di controllo, non è insufficiente, anzi. È uno dei sistemi normativi più complessi. È chiaro che bisogna evitare situazioni come quelle che si sono registrate e che portano a fibrillazioni anche durante la stagione sportiva. Migliorare il sistema di norme ed evitare le fattispecie in cui siamo incappati”.
Potendo riavvolgere il nastro relativo al caso Brescia, Samp, Salernitana, verrebbe fatto qualcosa in maniera diversa?
“Come Lega penso che abbiamo fatto l’unica decisione possibile, avallata, tranne che dalla società interessata, da tutte le altre società in assemblea. E poi avallata dall’esito giudiziale. Non c’erano altre soluzioni. Ciò ha portato a una dilazione temporale delle gare, ma non c’era alternativa diversa, per quanto riguarda la Lega”.
Come si fa a valorizzare i giovani. Cosa può fare la Lega B?
“Io non posso incidere direttamente. Noi dobbiamo creare gli strumenti e favorire un processo che migliori il flusso. Fare in modo che più giovani giochino, che se ne formino sempre di più, e che si creino i presupposti tecnici e normativi perché vadano nel campionato superiore, senza però imporre nulla a contesti associativi. Il dialogo porta al confronto costruttivo. Il confronto costruttivo porta a trovare delle soluzioni, ed è questo quello che voglio fare con la A da una parte e con la C dall’altra”.
Non crede che le seconde squadre siano un modo per togliere risorse alla Serie B e alla Lega Pro?
“Io penso che possano coesistere due modi. Quello del talento fatto in casa, auspicabilmente e sempre più forte. E la valorizzazione di giocatori che provengono dalla categoria superiore e che vengono a formarsi nel nostro campionato, che è molto competitivo. Il tema delle seconde squadre si inserisce in questo secondo filone, anche se l’unico esempio a lungo termine è quello della Juventus. Io credo che dobbiamo usare tutti gli strumenti utili per valorizzare il talento in tutte e tre le Leghe. Uno non esclude l’altro”.
Che campionato si aspetta?
“Mi aspetto il solito campionato di Serie B, perché i dati storici confermano la risposta. Salvo rari casi, il campionato di Serie B è sempre stato combattuto e imprevedibile, sia per la retrocessione che per la promozione.
In tutti i campionati europei la Serie B è stato quello con il minor divario di punti tra la 5ª e la 15ª, circa 15 punti. Il livello tecnico è sempre stato molto alto. È un campionato dove una neopromossa, con un organico rafforzato, può fare un campionato da protagonista. Dal punto di vista tecnico la bellezza del nostro campionato è sempre stata quella di avere un’imprevedibilità che parte da agosto e arriva a maggio”.
Qual è la priorità della Lega in tema di risorse?
“Non lo so, non lo sento. Ho ben chiara la priorità del sistema, che è quella di garantirsi un futuro, una continuità aziendale. La priorità oggi è quella di permettere ai club e alle proprietà di raggiungere un grado di equilibrio sostenibile che permetta a quella realtà territoriale di avere garanzie sul futuro. Io penso che il tifoso sia conscio del fatto che una società che gli garantisca un futuro sia più importante di una prima punta. Da Lega posso dire che la priorità è la sostenibilità, che garantisce continuità. Un altro tema è che la retrocessione non diventi un dramma, che spesso non è solo sportivo ma anche economico”.
Stesso discorso vale per la promozione
“Negli ultimi 51 anni il 50% delle squadre che sono salite in Serie A sono retrocesse nei due successivi anni. Quindi anche in questo caso ci vuole equilibrio, e va affrontato anche in modo sistemico in maniera seria".
