Al Nizza solo per 6 mesi, il neo tecnico Puel svela: "Avrei potuto ottenere di più"
Non allena da quattro anni e ha firmato con il Nizza per 6 mesi, Claude Puel ora ha tra le mani una bomba ad orologeria che potrebbe esplodere da un momento all'altro. Oppure saper disinnescare, per riportare serenità in un ambiente leso da aggressioni ai giocatori da parte dei propri tifosi, spogliatoio spaccato e un terremoto sulla poltrona del presidente e in panchina non indifferente.
"Il presidente mi ha contattato pochissimo tempo fa, nel giro di poche ore, e bisognava prendere una decisione. Non sapevo se avrei ripreso il mestiere di allenatore", confida in conferenza stampa di presentazione il nuovo tecnico degli aquilotti. "In passato ho ricevuto delle proposte, ma questa volta mi sono lasciato andare. Quando Jean-Pierre Rivère (nuovo presidente, ndr) mi ha chiamato, mi ha parlato davvero. Nizza è un club del cuore, come ha detto il presidente. Qui è la mia regione. Sono legato a Monaco e a Nizza, sono i miei due club".
A proposito della mission impossible raccolta: "Vengo per una missione e una sfida difficili. Ed è anche questo che mi motiva: mi piacciono le cose difficili, sono sfide che mi parlano. È anche un modo di restituire ciò che ho ricevuto, perché qui ho provato molto piacere. Ci ho lavorato per quattro anni (2012-2016)", ricorda Puel. "C’è un problema momentaneo nel club e lo aiuteremo a superare questo momento. A cominciare dall’allontanarci dalle posizioni pericolose (13° posto con 17 punti), prima di poter sperare in qualcosa di più. Lo faremo attraverso cose semplici".
La proposta del numero uno del Nizza però è arrivata poche ore fa: "Il mio arrivo è avvenuto in emergenza", racconta Puel. "Ho avuto tra le 24 e le 48 ore per prendere conoscenza della proposta del presidente". E a proposito del contratto semestrale firmato, il neo tecnico di 64 anni spiega: "Avevo trovato un equilibrio di vita e dei centri di interesse e non sentivo la mancanza, anche se resto un appassionato di calcio. Nella mia carriera ho sempre funzionato per scatti. Questa proposta mi ha parlato. Vengo per sei mesi perché è una missione".
E ha concluso: "Avrei potuto ottenere un anno di contratto in più, ma non so se vorrò continuare tra sei mesi. Forse il club lo vorrà, oppure no, e lo stesso vale per me. Ne riparleremo allora, da entrambe le parti. Ho raggiunto una certa libertà: faccio le cose per passione, non per la durata dei contratti o per gli stipendi che ne derivano. Le cose arriveranno naturalmente. Mi sono fissato questi sei mesi e cambieranno la mia quotidianità".











