I colpi di testa fanno male ai bambini. Varane: "Si sta facendo molto poco per tutelarli"

Raphael Varane, ex campione del mondo ritiratosi nel settembre 2024, torna al centro del dibattito insieme al tema delle conseguenze dovute al gioco di testa nel calcio giovanile. Intervistato a RMC 5/7 Morning, l’ex difensore spiega come, nonostante le raccomandazioni dei medici e il suo impegno personale, la Francia stenti ancora a introdurre norme di sicurezza: "Non ci sono stati cambiamenti, nessuna nuova regola per proteggere i bambini. È frustrante vedere quanto poco si stia facendo", afferma Varane, che stima di aver eseguito circa 25.000 colpi di testa nel corso della carriera. Questi ripetuti impatti hanno avuto conseguenze sulla sua salute, incluse commozioni cerebrali, sebbene oggi non presenti sequele significative.
Per tutelare i più giovani, Varane suggerisce di limitare i colpi di testa negli allenamenti e addirittura di vietarli ai bambini, il cui cervello è ancora in fase di sviluppo. La precauzione è già adottata all’estero: in Gran Bretagna il gioco di testa è vietato ai minori di 12 anni da cinque anni, mentre in Belgio la soglia è di 10 anni.
In Francia, alcuni club hanno già preso l’iniziativa, come in Normandia, in Alsazia e al Paris Alésia FC, dove il limite è fissato a 14 anni. Gli studi confermano i rischi: secondo l’Università di Glasgow, gli ex calciatori sottoposti a numerosi colpi di testa hanno 3,5 volte più probabilità di sviluppare malattie neurodegenerative come Alzheimer o Parkinson. La prudenza nel calcio giovanile appare dunque più che mai necessaria.
