Saul e la paura per l'infortunio: "Sensazione mai provata. Passati molto male 2 mesi fuori"
Perché non restare all'Atletico Madrid? È la domanda che si sono posti alcuni dei tifosi colchoneros di fronte all'addio, seppur in prestito, di Saul Niguez oggi al Siviglia. Intervenuto in conferenza stampa di ritorno dall'infortunio all'anca che lo ha debilitato per due mesi, ha parlato così di fronte ai giornalisti in proiezione del match contro l'Osasuna: "Mi sento molto meglio, ogni giorno che passa recupero più ritmo. Sono sei giorni che mi alleno con la squadra. Se il medico me lo permette, sono disponibile per la partita. La cosa più prudente sarebbe giocare qualche minuto per ritrovare il mio ritmo dopo un infortunio così lungo per me".
Il suo infortunio: "La sensazione era che qualcosa nel mio corpo si fosse staccato. Non sapevo cosa avessi, non avevo mai provato quella sensazione. Non mi ero sbagliato. Ho avuto la fortuna che la rottura è stata parziale e non totale. Non sapevo come gestirlo perché non sapevo se sarebbe stato un infortunio lungo o breve, se avrei dovuto operarmi o meno. Ma cerco sempre di vedere il lato positivo. Prima andavo ad allenarmi e non apprezzavo il rondo, la corsa e queste cose. Ora le apprezzo. È un passo in avanti e ora cerco di godermelo come un bambino”.
Lasciandosi poi andare e rivelando un patto con lo staff medico: “Ho vissuto con frustrazione questi due mesi fuori, era la prima volta con un infortunio così lungo. Il giorno prima del derby (contro il Betis, ndr) l'ho passata davvero male e ho parlato con i medici per fare parte della riabilitazione a Madrid, perché mentalmente non stavo bene. Ma poi mi mancava la quotidianità con i miei compagni. Mi sono reso conto che posso dare il mio contributo, sia dalla tribuna che dalla panchina. La settimana scorsa almeno ero in panchina. Ora cercherò di sfruttare i minuti che avrò lunedì”.