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Specialista dell'assist e della discontinuità: il calcio giocato perde Ozil, nemico del banale

Specialista dell'assist e della discontinuità: il calcio giocato perde Ozil, nemico del banaleTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
mercoledì 22 marzo 2023, 13:42Calcio estero
di Dimitri Conti

Mesut Ozil ha detto basta: troppi infortuni e un'importanza scemata man mano, persino una volta approdato nella "sua" Turchia, lo hanno condotto a prendere le decisione di ritirarsi dal calcio giocato. Appende gli scarpini al chiodo a soli 34 anni, in un'epoca del pallone nella quale i ritiri sono spostati sempre più avanti, confermandosi come rappresentante di un calcio che era, è stato e probabilmente ha finito pure per farsi superare dai tempi.

Specialista dell'assist
Tedesco di origini turche (il padre emigrò in Germania negli anni Sessanta), è stata la Germania la terra della sua consacrazione, anche per quanto riguarda la nazionale, valsagli la gioia di laurearsi campione del Mondo nel 2014 in un torneo concluso come miglior assist-man. Muove i primi passi con lo Schalke 04, le buone prime impressioni lo portano a Brema ed è nel Werder che esplode, arrivando a conquistarsi l'irrinunciabile chiamata del Real Madrid. Nella capitale spagnola vive tre stagioni su ottimi livelli, confermandosi il re dell'ultimo passaggio (più di 80 assist nel triennio) ma senza togliersi la soddisfazione di laurearsi campione d'Europa. Nel 2013 il salto, profumatamente pagato, in Premier League: l'Arsenal realizza la spesa record nella sua storia fino ad allora per aggiudicarselo e l'impatto con Londra è dei migliori. Ozil sforna assist a ripetizione, anche nei momenti di minor feeling con l'ambiente i suoi servizi vincenti sono all'ordine del giorno. Non può essere un caso che abbia il primato nei londinesi per maggior numero di chance create in una stagione di Premier League (146 nel 2015/16) ma anche in un singolo match (12, nel maggio 2017 col Sunderland) del campionato e in Champions (12, aprile 2011 contro il Tottenham): numeri che certificano la qualità assoluta insita nei suoi piedi, soprattutto il mancino, anche quando la sua traiettoria ha iniziato ad andare in calo ha saputo regalare gol meraviglioso. Chi si ricorda quello al Ludogorets, per esempio? Per i meno attenti, eccolo qua di seguito.

Fine senza giustizia
Ad accompagnare gli anni della sua carriera, anche quelli in cui il vento soffiava in poppa e dava spinta alla sua imbarcazione, gli imperdibili rumors sullo stile di vita, sulla qualità dei suoi allenamenti e sulle frequentazioni nel privato, tema quest'ultimo che lo avvicinava idealmente anche all'Italia (qualcuno ricorda i pettegolezzi su un flirt con la showgirl Aida Yespica e i racconti di voli internazionali continui tra Madrid e Milano?). A proposito del nostro paese, non c'è mai stato un momento in cui Ozil sembrasse veramente disposto ad avventurarsi nella nostra Serie A o comunque vicino a farlo. Qualche voce sulla Juventus, negli anni, è emersa ma le condizioni perché accadesse davvero non si sono mai davvero vissute: all'inizio della sua esperienza londinese era un giocatore difficilmente avvicinabile per valore e condizioni d'utilizzo, nel finale aveva invece tutte le fattezze di un investimento piuttosto rischioso e in un certo senso qualche conferma è arrivata dalla coda della carriera. Arrivato alla fine del percorso con l'Arsenal ha scelto di avventurarsi in quella Turchia mai toccata prima in quanto a calcio giocato, le esperienze in coda tra Fenerbahce e - soprattutto - Basaksehir non hanno reso veramente giustizia alla figura e ai colpi di un giocatore nemico della banalità com'è stato, e idealmente rimarrà, Mesut Ozil.

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