Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta
esclusiva

Birindelli: "Ho aperto il mio ristorante in zona gialla. Calcio? L'amore è passato"

ESCLUSIVA TMW - Birindelli: "Ho aperto il mio ristorante in zona gialla. Calcio? L'amore è passato"TUTTO mercato WEB
mercoledì 18 agosto 2021, 10:53Che fine ha fatto?
di Gaetano Mocciaro

Dal campo da calcio ai tavoli di un ristorante, Alessandro Birindelli cambia vita dopo una vita spesa nel dorato mondo del pallone, giocando e vincendo tantissimo con la Juventus. L'ex terzino, oggi 46enne, ha aperto con la sua famiglia l'Etoile Restaurant a Marina di Pisa. Una scelta che si è rivelata coraggiosa soprattutto per la tempistica: il 26 aprile è stata infatti la data di apertura, ossia l'inizio della zona gialla imposta dal DPCM. Una scelta che però si sta rivelando azzeccata. Ai microfoni di Tuttomercatoweb è proprio Birindelli a parlarcene:

Alessandro Birindelli, da calciatore a ristoratore: come è nata l'idea?
"Mi è sempre piaciuta l'idea di buttarmi nella ristorazione, nei vini. Mio cognato è uno chef da anni e abbiamo deciso di unire le forze delle due famiglie per un progetto importante. Siamo in uno Yacht Club, con bar e ristorante esterno. È un'attività che ci impegna dalla mattina, direi quasi 24 ore su 24. Direi che la nostra è a tutti gli effetti un'azienda, dato che siamo 16 persone".

Hai aperto in un periodo storico complicato per gli esercenti
"Ho aperto il 26 aprile, l'ho fatto per dare un segnale di forza alle aziende che in questo periodo stanno vivendo un momento complicato e colgo l'occasione per sollecitare chi di dovere a dare man forte a queste aziende perché le spese sono tante e in un momento così delicato ripartire non è semplice. Serve una mano anche perché poi le aziende ci pensano due volte ad assumere un dipendente in più. Già abbassare le tasse ci farebbe respirare".

Nel vostro caso tuttavia c'è stata la possibilità di dare lavoro a diverse persone
"Guarda, è un periodo in cui faccio fatica a reperire personale. Questo perché i giovani non hanno un'idea del valore dei soldi. Purtroppo il mondo che li circonda ha distorto la realtà e quando si trovano ad affrontare la vita vera non sono pronti e vanno in crisi. E a tal proposito lancio l'appello a usare i social in modo intelligente".

Possiamo tracciare già un primo bilancio del Birindelli ristoratore?
"Come detto sono davvero impegnato, le cose da fare sono tantissimo. Facciamo il massimo affinché il locale sia presentabile alla clientela e che possa dare un servizio di qualità. E serve sempre avere il sorriso, trasmettere la passione al cliente. Non puoi pensare di andare al lavorare col muso, non puoi trasmettere negatività. Le cose stanno andando bene, certamente si può far meglio ma tutto sommato sono soddisfatto. La gente ha ripreso a uscire ed è una cosa positiva, anche se la preoccupazione resta".

Che ruolo ha il calcio per te?
"Il calcio in questo momento è gestito da persone che c'entrano poco con questo mondo, che non ci mettono passione. Bisognerebbe prendere d'esempio quel che ha creato questa Nazionale, creando il modo di stare insieme, il senso d'appartenenza. Tanti dirigenti invece vedono lo sport solo come numeri e i giocatori come oggetti. Per quel che riguarda i protagonisti, ossia i calciatori, non si vede più uno che resti in una squadra per amore dei colori, Messi è l'ultimo di una lunga lista. Con questo scenario ho perso l'amore per il calcio. Fortunatamente ho altri interessi e così ho fatto in questo momento. Se capiterà un'altra opportunità la valuterò, in ogni caso resto vigile e guardo. Per ora sono due anni e mezzo che sono fuori".

Ti manca il calcio?
"Certo, mi manca. Il calcio resta la mia vita, la mia passione e mi dà i brividi. Mi sono accorto che forse in questo momento era meglio che facessi un passo indietro, per non rimanerci male ancor di più. Magari sbaglio io, ma per la mia visione credo che ci sia da portare un po' di professionalità. E per tornare in questo mondo devo avere un progetto anche se intorno noto che mancano le idee e soprattutto la voglia di andare vedere le partite, di informarsi. Quanti dirigenti vanno ancora a osservare da vicino i giocatori? Quanti scout ci sono ancora? La cosa più semplice è collaborare con i procuratori. Di conseguenza ecco perché questi ultimi hanno acquisito così tanto peso nel mondo del calcio. E se siamo arrivati a tanto evidentemente qualcosa non va, perché non è possibile che i procuratori superino gli agenti".

© Riproduzione riservata
Primo piano
TMW Radio Sport
Serie A
Serie B
Serie C
Calcio femminile