Victor Moses, flop all'Inter dopo essere resuscitato al Chelsea. Seppur da terzino
Victor Moses deve moltissimo della sua carriera ad Antonio Conte. Perché è passato dall'essere un giocatore tutto sommato normale, di metà classifica, al vincere una Premier League da protagonista nel 2016-17, quando nessuno avrebbe mai pensato che potesse essere un elemento chiave per il proprio club. "Ho giocato agli ordini di tanti allenatori e ho adorato ognuno di loro. Ma il più importante è stato Conte. Al Chelsea ha cambiato tutto. E' un uomo incredibile, ha cambiato totalmente il mio modo di giocare, mi ha dato quella determinazione necessaria per credere in me stesso e al contempo godermi il mio calcio".
Una sorta di Giaccherini del Chelsea. Prima giocava da attaccante esterno, con pochissimi gol fatti se non nel 2011-12 con il Wigan. Poi ha deciso di arretrarlo, quasi da terzino. Certo, abbastanza offensivo, ma è un uomo di equilibrio che nessuno si sarebbe aspettato, coprendo le spalle a Eden Hazard. "Al primo anno abbiamo vinto la Premier, al secondo la FA Cup. Io non avevo mai giocato esterno a tutta fascia ma ho fatto una stagione fantastica e lo rispetterò sempre per questo. Mi ha sostenuto, mi ha dato la fiducia per andare in campo ed esprimermi. E io non vedevo l'ora di giocare per lui, per i tifosi, per il Chelsea, non volevo deluderlo. Se c'è un allenatore che crede in te, giochi meglio".
Non benissimo, invece, all'Inter, acquistato come pretoriano: 12 presenze e solamente 3 assist, fino all'addio direzione Spartak Mosca dell'anno successivo Oggi Victor Moses compie 35 anni.











