Tardelli a La Stampa sul regista dell'Inter: "Calhanoglu e le regole immutabili del calcio"
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In un suo fondo su La Stampa, Marco Tardelli ha parlato dell'Inter che ha dato ancora più forza al suo primato battendo domenica scorsa la Juventus: "Ho visto un’Inter bella, concreta e spesso spettacolare che Simone Inzaghi ha plasmato a propria immagine e somiglianza. È riuscito a costruire una squadra partendo dal reparto più importante, la difesa. Solida e sicura".
Focus su un calciatore in particolare: "Una sua idea mi ha colpito in particolare ed è uguale a quella che ebbe Ancelotti, quando spostò Pirlo davanti alla difesa: non per proteggerla con la forza, ma con la tecnica e la fantasia. Ebbene, Inzaghi ha fatto lo stesso con Calhanoglu. Nella partita contro la Juventus, con il centrocampista turco ho rivisto il calcio che amo, fatto di colpi da tempo sempre più rari. E lo si è capito anche dall’entusiasmo di telecronisti e opinionisti nel descrivere le sue giocate. Ma per un calciatore di quei livelli, un nazionale poi, dovrebbe essere la normalità e infatti per Calhanoglu è la normalità. Come lo era per Totti, Causio, Baggio, Rivera, D’Amico, Beccalossi etc etc. Tutti giocatori di livello che ti facevano vedere in ogni gara la loro enorme qualità di colpi e nessuno si meravigliava".
In chiusura: "Nel calcio si vince in tanti modi diversi, oggi vanno di moda i numeri: 4-4-2, 3-4-3, 5-3-2, 4-3-2-1, 4-3-1-2, ma sempre 11 contro 11 e spesso e volentieri vincono gli undici migliori. Non si vince per il modulo, la fortuna o gli arbitraggi sbagliati. Si vince per la qualità dei giocatori e per la capacità di commettere meno errori dell’avversario. Regole, queste, che non tramonteranno mai".
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