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Bertelli: "Con le tv è cambiato tutto. Fabregas si vedeva che era già un allenatore"

Bertelli: "Con le tv è cambiato tutto. Fabregas si vedeva che era già un allenatore"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
Andrea Piras
Oggi alle 11:15Serie A
Andrea Piras

Intervenuto ai microfoni di Radio Firenzeviola, il preparatore atletico Paolo Bertelli ha parlato di come è cambiato il calcio rispetto al passato: "E' cambiato tutto, gli staff fine anni 80 erano 4 persone, spesso il secondo era l'allenatore dei portieri. Il preparatore c'era ma non aveva grande voce in capitolo, le rose era ridotte e anche le partite e i programmi erano più semplici poi con l'avvento delle tv è cambiato tutto. Con Sarri al Chelsea abbiamo giocato addirittura 63 partite".

Fabregas si vedeva già l'imprinting del tecnico?
"Sì, da calciatore si metteva in uno stanzino a parlare delle problematiche della partita. Si vedeva che era già un allenatore, ho fatto tre anni con lui"

Ci sono sistemi di gioco che impegnano di più?
"Se una squadra gioca alta, metti il Como, si allena sulle accelerazioni e meno sul riposizionamento. Per chi gioca basso deve lavorare sul rientro che non deve essere uno sforzo. Fabregas ad esempio gioca il sistema relazionare, un'evoluzione del calcio a uomo nella fase difensiva ma nel possesso diventa altro. Così come Faripoli, Luis Enrique mentre il posizionale è quello di Guardiola. Importante è il tasso tecnico della tua squadra, nelle grandi squadre gli errori sono meno e si corre meno mentre l'impegno fisico aumenta quando perdi più volte palla. Si studia insomma tutto, anche la velocità della palla, se corre veloce le due squadre giocano bene, in base al possesso le video analisi vedono quanto corre la palla. In Norvegia-Italia, con Conte, ad esempio c'è stato il dispendio energetico maggiore con velocità della palla più alta. Ma quando ho inziiato io non c'era nulla e per capire la frequenza di un giocatore ti mettevi davanti e contavi i passi, oggi abbiamo tutto ma è sbagliato diventare schiavi dei numeri".

Un consiglio velato su come si superano i momenti di difficoltà.
"Nei momenti negativi per la mia esperienza è che poi dopo 90 minuti nell'area tua, fai un tiro e vinci non sai neanche come. E con la vittoria tutto cambia".

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