Brignoli ricorda il gol al Milan: "Mediaticamente mi cambiò la vita. Ma ho un cruccio..."

Era il 3 dicembre 2017 il Milan di Gattuso conduce per 2-1 a Benevento. La squadra campana ha perso tutte le precedenti 14 partite di Serie A. Ma all’ultimo secondo il portiere Alberto Brignoli, sugli sviluppi di un calcio di punizione, colpisce di testa e realizza la rete del definitivo 2-2. Per ripercorrere quella azione che ancora oggi è impressa nella testa di molti, Tuttosport ha intervistato il portiere: “Non c’era più niente da perdere. Venni colto da un misto di disperazione e follia. Sembrava un campionato stregato. Incrociai lo sguardo con De Zerbi per capire se potessi andare in area avversaria, lui mi guardò come a dire: “Fai un po’ quello che vuoi”. Era un all in, quasi come se fossimo rassegnati a perdere l’ennesima partita. Il destino volle che andasse così”.
Le è cambiata la vita dopo quel gol?
“Mediaticamente era cambiato tanto. Io ero conosciuto dagli addetti ai lavori e dai tifosi delle squadre per cui avevo giocato, ma non ero noto a livello nazionale. Dopo quel gol ricordo che andai a comprare il regalo di compleanno a mia moglie in Piazza di Spagna e le persone continuavano a fermarmi nonostante fossimo a Roma”.
Segnò a Donnarumma…
“Uno dei primi tre portieri del mondo. Sono rimasto legato a Gigio da quell’episodio, ci scherziamo ancora. L’unica cosa brutta è che poi pagai tutta quella esposizione mediatica, il Benevento prese anche un altro portiere. Avrei voluto dimostrare ancora le mie qualità tra i pali, per far vedere che fossi capace come portiere. Nella mia carriera non ho mai avuto l’occasione di giocare dieci partite di fila in Serie A, nonostante avessi fatto bene in B. Resta questo cruccio. Alcuni hanno avuto delle possibilità in più, a me nemmeno quell’unica possibilità”.
Oggi gioca nell’Aek Atene.
“Nell’ultima stagione sono stato prima fuori rosa per quattro mesi al Panathinaikos, poi ho firmato un triennale con l’Aek. Dopo tre settimane dal mio arrivo, mi ruppi il polso. Dopo essere guarito, mi sono messo a disposizione: prima ho giocato la coppa, poi le ultime dieci partite di campionato. Stiamo disputando la Conference (i greci hanno eliminato gli israeliani dell’Hapoel Beer Sheva, ndr), una competizione prestigiosa, che inizialmente, nelle prime partite che si disputano, non è però così affascinante, parliamoci chiaro. Ti dà la possibilità di giocare e di farti vedere in ambito europeo”.
