Galliani: "Nel 2012 Ibra voleva restare al Milan. Non mi ha parlato per due anni"
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Il ricordo di Silvio Berlusconi, ma anche un nuovo incrocio con Zlatan Ibrahimovic. Al di là del suo passato, Monza-Milan è una gara molto particolare per Adriano Galliani. L'amministratore delegato dei brianzoli, intervistato da La Gazzetta dello Sport, si è soffermato proprio sul rapporto con l'ex centravanti, oggi senior advisor di RedBird e quindi sostanzialmente dirigente del Milan: "Zlatan è una bella persona, penso alla sua umanità: non è passato un giorno senza che facesse visita a Raiola in ospedale".
La vostra storia è iniziata nel 2010.
"Ma poteva succedere anche prima, nel 2006. Braida stava preparando gli ultimi dettagli, poi intervenne Calciopoli: Milan retrocesso e poi riammesso con 30 punti di penalizzazione. Per gli stessi motivi, Ibra stava lasciando la Juve e l'Inter ci sorpassò".
Poi è iniziato un ciclo.
"Due anni meravigliosi, vincemmo lo scudetto. Nel 2012 Ibra voleva restare e io gli dissi che sarebbe rimasto. Mino aveva capito tutto, come al solito, ma lo vendemmo solo perché le circostanze non consentivano altro. Ibra non mi parlò per due anni: pensava lo avessi tradito. Poi abbiamo ricucito per quello che devo prima: Ibra è leale, trasparente anche quando si incazza. E il suo amore per il Milan era troppo grande. Stasera ceneremo insieme allo stadio: io, lui e Scaroni".
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