L'ultima grande occasione del Belgio: Lukaku e la generazione d'oro che non ha vinto nulla

Primo in maniera ininterrotta del ranking FIFA dal 2019, il Belgio ha di recente ceduto lo scettro al Brasile, difendendo comunque il secondo posto. Più che onorevole, considerati i risultati recenti della nazionale: il terzo posto di Russia 2018 chiude una lunga serie di eliminazioni ai quarti di finale - una ai Mondiali e due agli Europei - arrivati dopo un decennio nel quale i Diavoli Rossi hanno sempre visto le principali rassegne calcistiche dalla comodità dei propri divani casalinghi. Dal terzo posto si riparte, a Qatar 2022, per provare almeno a migliorarlo.
La generazione d'oro. Risultati e ranking a parte, è innegabile che dalle parti di Bruxelles, calcisticamente parlando, il palato sia stato piuttosto fine negli ultimi tempi. Dopo un lungo anonimato, il piccolo Stato mitteleuropeo ha iniziato a sfornare talenti come se fosse il grande Brasile. Una vera e propria generazione d'oro, che oggi si presenta ai nastri di partenza con le mani ancora da riempire. Ma guarda già al futuro, per la cronaca. Le nuove leve, difatti, non mancano e alcune le conosciamo bene: sono i Saelemaekers e i Theate, ma anche De Ketelaere, Lokonga, Tielemans.
È l'ultima occasione? Insieme ai giovani, i "vecchi". La generazione d'oro di cui sopra, per la quale il Qatar può rappresentare la propria ultima occasione di provare ad azzannare i Mondiali. L'età, del resto, non mente: Mertens compirà 34 anni a breve, Courtois va per i trenta e Lukaku per i ventinove. Hazard, il gioiello più scintillante, ha spento trentuno candeline a gennaio ma è un ex giocatore da tre stagioni ormai. Qualcuno ha detto canto del cigno?
