Serginho: "Un incubo gli inizi con Zaccheroni. Quando Berlusconi mi insegnò l'anticipo"
Nel corso dell'intervista concessa all'edizione odierna della Gazzetta dello Sport, l'ex rossonero Serginho ha raccontato la sua avventura al Milan partendo dagli inizi con Zaccheroni: "Un incubo! Passavamo almeno mezz’ora a fare sedute di tattica. Io mi chiedevo 'ma quando lo usiamo il pallone?' Allenamenti in cui facevamo 11-0, cose per me inconcepibili. Ero triste, soffrivo il freddo e volevo andare via".
Con Cesare Maldini invece le cose cambiarono: "Devo ringraziare lui e Ancelotti. Maldini mi ha salvato la carriera: mi diceva di pensare solo ad attaccare, con lui vincemmo 6-0 il derby. Io ero sempre il migliore in campo. Poi è arrivato Carlo e la musica è cambiata definitivamente. Eravamo una squadra incredibile, la più forte del mondo in quegli anni".
Chiosa su alcuni aneddoti legati al presidente Silvio Berlusconi: "otrei scrivere un libro. Era inimitabile, unico. Veniva spesso in spogliatoio, dando consigli di tattica e dicendo di dare spettacolo. Capitava anche che pranzasse con noi a Milanello. Le racconto questa: un giorno mi prese da parte per insegnarmi a difendere. 'Ti spiego io come fare, devi giocare d’anticipo', mi disse. E si mise in campo con una guardia del corpo e un paio di sagome a farmi vedere i movimenti".











