Tra infortuni, rosa sbilanciata, ruoli scoperti: la Juve di Spalletti continua ad essere un rebus
La Juventus procede con cautela, evitando scosse che potrebbero generare ulteriore confusione. Spalletti, subentrato a Tudor, ha scelto un ingresso morbido: nessuna rivoluzione, solo piccoli aggiustamenti. I tempi, d’altronde, non sono maturi per cambi radicali, come aveva ribadito anche a Sky mercoledì sera. "Mi fido dei giocatori e di me stesso" ha detto allo Stadium, convinto di poter riportare luce a una squadra che continua invece a inciampare. È la promessa fatta a Comolli, Chiellini e Modesto, e non intende tradirla.
La vittoria, sofferta e brutta, contro il Pafos ha rimesso a posto la classifica in Champions, ma non ha placato il malumore dei tifosi, già scottati dal ko del Maradona. A Torino si vive ancora di passato, e questa lente deforma aspettative e giudizi, caricando di pressione un gruppo fragile. Altro che scudetto, per il quarto posto servirà l’impresa. La Juve deve ricostruire dalle fondamenta, dopo aver bruciato tecnici e idee, e con un organico limitato anche dalle cessioni estive di giocatori utili come Savona, Weah e Nico Gonzalez.
L’infortunio di Vlahovic complica tutto, perché il serbo era il riferimento offensivo attorno a cui Spalletti stava provando a impostare la squadra. In questo contesto il tecnico ha preferito non cambiare modulo: una scelta di protezione più che di convinzione, aggravata da una difesa decimata e da un gruppo pensato per il 3-4-2-1. E il mercato non offrirà soluzioni: la società ha già chiarito che a gennaio non ci saranno interventi. L’unica strada è resistere, lavorare e sperare che il tempo faccia il resto. Lo scrive il Corriere dello Sport.











