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Union Brescia, Pasini: "La coesione del gruppo farà la differenza"

Union Brescia, Pasini: "La coesione del gruppo farà la differenza"TUTTO mercato WEB
© foto di Matteo Oxilia
Luca Bargellini
Oggi alle 10:49Serie C
Luca Bargellini

Attraverso i canali ufficiali dell'Union Brescia arrivano alcune dichiarazioni del presidente Giuseppe Pasini, all'indomani della nomina di Eugenio Corini come nuovo tecnico della Leonessa:

"Diciamo che un imprenditore, per natura, vive di sfide: è nel suo DNA. Ogni giorno devi confrontarti con il mercato, con tanti condizionamenti esterni, e oggi – in modo particolare – il mondo sta cambiando profondamente, dal punto di vista economico e geopolitico. Lo sport non è da meno: è una sfida continua. Fare il presidente di una società di calcio, o un dirigente in qualsiasi disciplina, significa mettersi costantemente in gioco. Dico sempre che nessuno entra in campo per perdere: tutti vogliono vincere, ma alla fine vince uno solo, e bisogna saperlo riconoscere.

Noi siamo partiti tanti anni fa con la Feralpisalò: nel 2009 abbiamo unito Salò e Lonato, e da lì siamo cresciuti fino a portare un paese di 11.000 abitanti in Serie B. Credo sia stato un caso quasi unico in Italia. Quest’anno è arrivata un’altra sfida: non so se chiamarla occasione, ma come sapete il Brescia Calcio non si è iscritto alla Serie C ed è stato penalizzato. Sono stato uno dei presidenti chiamati a valutare se ci fossero le condizioni per riportare a Brescia un calcio vero. Dopo l’esperienza fatta con il mio staff – perché da soli non si fa nulla – mi sono sentito responsabile nel provare a raccogliere la grande tradizione calcistica di questa città. E mi sono messo in gioco.

È una sfida enorme: vogliamo riportare Brescia in alto. Non so se ci riusciremo quest’anno; se non ci riusciremo, ci riproveremo. Ho trovato tante persone che hanno creduto nel progetto. Vogliamo fare cose importanti: dal centro sportivo, fino – valuteremo – a intervenire anche sullo stadio. E soprattutto ho trovato l’orgoglio dei bresciani di tornare a vivere il calcio. Non è vero che Brescia non ama il calcio: semplicemente non si riconosceva più in quel percorso. Si è riconosciuta nell’Union Brescia perché c’è un progetto e perché dietro ci sono imprenditori e professionisti che fanno della brescianità un valore e un impegno verso il territorio. Da qui siamo ripartiti.

Lo dico sempre anche ai miei giocatori: noi abbiamo fatto mezzo miracolo, ora l’altro mezzo tocca a loro.

Per quanto riguarda il tema della coesione e il nostro payoff “L’unione che dà la forza”: un giocatore forte ti fa vincere delle partite, ma per vincere un campionato serve una squadra unita, dentro e fuori dal campo. Quando siamo saliti in Serie B non eravamo la squadra più forte, ma durante la stagione si è creato qualcosa che ha consolidato il gruppo. È vero: serve il talento – Baggio è stato un talento enorme e vinceva le partite – ma sbagliava anche i rigori, perché è un uomo, una persona. Il gruppo resta fondamentale.

A Brescia abbiamo ritrovato l’orgoglio di ricominciare. Credo moltissimo nella brescianità: ho anche un ruolo in ambito confindustriale e, guardando l’Italia, penso sempre che servirebbero tante “Brescia”, perché qui ci sono valori che altrove non trovi. Valori legati al lavoro, certo, ma anche alla solidarietà, alla sostenibilità. Valori radicati nel nostro DNA e che non dobbiamo dimenticare. Questo lo dico anche ai ragazzi e alle nuove generazioni: ripartiamo da qui.

La risposta che stiamo avendo dimostra che c’è un progetto serio e persone serie. Questo fa la differenza".

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