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...con Massimiliano Mirabelli

...con Massimiliano Mirabelli TUTTO mercato WEB
venerdì 23 aprile 2021, 00:00A tu per tu
di Alessio Alaimo
“Superlega grido d’allarme, ma non può essere una competizione senza meritocrazia. Maldini? Strano che non sia stato informato, se fosse vero dovrebbe prendere decisioni forti. Io e il futuro...”

L’idea di una coppa d’élite ha sconvolto il calcio suscitando reazioni negative da tutto il mondo del Pallone. “La Superlega? Credo che in ogni competizione debba prevalere la meritocrazia. Ma nessuno deve puntare il dito contro Agnelli e gli altri, sono più preoccupato del calcio oggi che quando è nata la Superlega”, dice a Tuttomercatoweb l’ex direttore sportivo del Milan, Massimiliano Mirabelli.

La Superlega era nata per scopi economici. Un segnale allarmante...
“È stato lanciato un grande grido d’allarme da parte dei vari club interessati. E sottovalutare questo allarme sarebbe davvero dannoso. Pensare di mettere alla porta Agnelli, Marotta e gli altri soggetti interessati sarebbe grave”.

Crede che se ne riparlerà?
“Da uomo di calcio sarei più contento se la UEFA con i suoi rappresentanti trovasse un punto d’incontro: i fondatori della Superlega non sono i cattivi e la UEFA non è la parte buona. Vanno trovate delle soluzioni dando comunque priorità alla meritocrazia. Agnelli, Florentino Perez e tutti i soggetti coinvolti non sono ammattiti tutto d’un tratto. Serve un tavolo per trovare un punto d’incontro. Se pensiamo di dividere le persone è la morte del calcio. Spero che i soggetti interessati trovino un accordo”.

E del format che ne pensa?
“Bisogna partire tutti alla pari. Non esiste che nasca una lega con l’auto proclamazione. Comunque bisogna evitare le guerre”.

Maldini ha detto che non sapeva nulla della Superlega. Particolare che il direttore della squadra non sia informato, non trova?
“Mi sembra veramente strano che un responsabile dell’area tecnica non sapesse una cosa del genere. Se le cose stessero davvero così dovrebbe avere la personalità di prendere decisioni forti”.

Come sarà il prossimo mercato?
“Dopo questa situazione non possiamo pensare ad un mercato scintillante fin quando non si sistemeranno le cose. Mi auguro che le società abbiano il buonsenso di far quadrare i conti. Bisogna pensare ad un calcio normale, altrimenti dove andremo a finire? Ogni anno lievitano stipendi e commissioni, non c’è ricavo che tenga affinché si fermi questa falla. I ricavi sono importanti. Non sarà un mercato spumeggiante”.

Ci sono tanti calciatori in scadenza.
“Bisogna tenere il freno e far capire che chi comanda il gioco sono le società e non i procuratori. Le società hanno tutti gli strumenti per comandare il gioco. Ed è stato dimostrato”.

Come finirà con Donnarumma?
“Indipendentemente da come andrà a finire è già finita male. È un patrimonio del Milan, se arrivi a trattare alla fine ti fai male”.

L’Inter può aprire un ciclo?
“A livello tecnico è una squadra importante. Per aprire un ciclo serve una governance che continui nel tempo. Mi auguro che possano continuare e non cedere il club altrimenti dovrebbero ricominciare da capo. Tecnicamente l’Inter ha tutto per aprire un ciclo”

E lei direttore, pronto a riaprire un ciclo dove avrà occasione di dimostrare ancora una volta le sue capacità?
“Mi sono sempre documentato. Aspetto un progetto dove lasciare una traccia indelebile. Mi sento pronto per fare qualcosa di importante. Non mi interessano né una poltrona e né un contratto, voglio lasciare qualcosa di importante nella storia del club dove andrò a lavorare”.

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