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L'Unione Sarda e l'inchiesta sugli Sconvolts del Cagliari: l'avvocato di Cossu è fiducioso

L'Unione Sarda e l'inchiesta sugli Sconvolts del Cagliari: l'avvocato di Cossu è fiduciosoTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
martedì 12 luglio 2022, 19:49Altre Notizie
di Claudia Marrone

"Risse, spedizioni punitive, aggressioni ai tifosi rivali in strada o nelle strutture ricettive, assalti ai bus, minacce": apre così, L'Unione Sarda (edizione on line), l'articolo riguardante l'inchiesta sugli Sconvolts, gruppo organizzato della tifoseria del Cagliari, che ha portato già a 36 provvedimenti giuridici verso altre persone (cinque finite in carcere, 13 ai domiciliari, 11 con l'obbligo di dimora 4 con quello di firma).
I reati contestati sono quelli di associazione a delinquere finalizzata a commettere risse, violenze, minacce, danneggiamenti e attentati alla sicurezza dei trasporti, il tutto organizzato da "un quadrumvirato dirigente che affidava i compiti di pedinamento degli ultrà rivali e ordinava i blitz finanziati con i soldi raccolti dalla vendita di sciarpe, con le lotterie per le maglie dei calciatori del Cagliari e con attività di spaccio".

Ci sono poi tre indagati in libertà, e tra loro, come noto, l'ex calciatore rossoblù Andrea Cossu, che, come si legge sul sito prima citato, è "esterno all'associazione ma legato a diversi esponenti del gruppo. Il pm ha chiesto l'interdizione del suo ruolo di dirigente nella società rossoblù ma il gip ha detto no.
Cossu ha sempre ammesso di avere un legame speciale con la tifoseria organizzata: “È stata la mia forza perché sapevo di avere dietro tutti loro, non lo rinnegherò mai. Sempre al nostro fianco, nel bene e nel male”. A lui è contestato il reato di "concorso esterno in associazione a delinquere", ed è "definito dagli inquirenti il "trait d'union" tra società e sodalizio criminale, non faceva parte del gruppo di facinorosi ma “contribuiva in modo rilevante” alla sua “sopravvivenza” e al suo “rafforzamento”.
Presenzia alle riunioni degli Sconvolts, frequenta la loro sede (ne ha le chiavi) ed è “ben consapevole dell'esistenza di un'articolazione criminale interna” perché informato dai “vecchi leader” della deriva “violenta” delle nuove leve: concede maglie e abbigliamento tecnico utilizzato nelle partite, materiale venduto “per finanziare il gruppo” e per “tornaconto” personale dei capi (pratica vietata)".

Il suo legale, avv. Leonardo Filippi, si dice però sicuro che il suo assistito ha agito in buona fede, ed è certo di poter dimostrare l'estraneità dello stesso dalle accuse.

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