Morte Raffaello Paloscia: il cordoglio di amici e colleghi
Saluta questa terra a 97 anni il mitico Raffaello Paloscia: Corriere dello Sport Stadio, La Nazione, Corriere della Sera, Rete 37, Italia 7 e Toscana TV le tante tappe della sua carriera.
Ha raccontato con raffinatezza e scaltrezza i due Scudetti della Fiorentina, le Olimpiadi di Monaco del 1972 con il terribile settembre nero, gli ultimi due mondiali vinti dall’Italia e tantissime pagine tra Fiorentina e Bologna, le sue due squadre del cuore che ironia del destino domani si sfideranno.
Insignito della penna d’oro alla carriera e nella Hall of Fame Viola Raffaello, lucidissimo fino all’ultimo, non ha mai smesso di stare sulla notizia.
Con Goggioli al Corriere dello Sport inventò “il giornale del lunedì” e il resto… È storia.
Angelo Giorgetti:
Raffaello Paloscia è stato un gigante del giornalismo, ha saputo trasformare la modestia del carattere in grandezza con una serenità che davvero ho visto in pochi professionisti del suo livello. Non è stato solo il capo, ma anche il fratello maggiore in una leggendaria redazione che poteva vantare, fra gli altri, Giampiero Masieri e Sandro Picchi. Diamanti veri e hanno brillato per la Nazione: Raffaello si dimenticava del suo ruolo, era il capoclasse in un’epoca in cui i giornalisti vedevano i colleghi più ancora dei propri familiari. Turni di lavoro pazzeschi, ma anche burle, amicizie, condivisione, rispetto, amore viscerale per la Fiorentina insieme alla capacità di mantenere le distanze, per far bene il proprio lavoro.
Ho cominciato a collaborare alla Nazione quando lui era capo dello sport e gli devo praticamente tutto. Insegnamenti, esempi, incoraggiamenti, anche quei silenzi che volevano dire tanto.
La foto con lui è una di quelle a cui tengo di più, quando Raffaello entrò a far parte della Hall of Fame del Museo della Fiorentina. Sul palco era emozionato e recuperò la quota timida che ai nostri occhi sorprendentemente aveva messo da parte, una volta lasciato il giornale, per una seconda vita nelle tv fiorentine: e anche davanti alla telecamere, nella parte più istrionica che non sospettavamo avesse tenuto nascosta, Raffaello è stato un fuoriclasse.
Quella sera sul palco della Hall of Fame viola avevo i brividi anche io, ricordo che in un breve discorso farfugliai che fra i giornalisti lo avevo sempre considerato un mix fra Messi e Cristiano Ronaldo. E’ vero.
Lui mi guardò come dire: sei scemo. Un artigiano della modestia, questo è stato Raffaello, e ci mancherà tantissimo.
Pippo Russo:
Del professionista straordinario, competente, appassionato e intransigente, in queste ore, si sta dicendo tutto ciò che poteva essere detto. Dunque non aggiungerei nulla, se insistessi su questo piano.
E allora, di Raffaeĺlo Paloscia che oggi ci ha lasciato, preferisco ricordare l'eccezionale umanità. Un uomo capace di enorme empatia, che sapeva essere umile anche quando poteva permettersi di essere superbo, con una propensione all'ascolto non facile da trovare nell'ambiente, generoso. Soprattutto: un amico vero.
Dopo quella di Franco Ligas , un'altra perdita molto pesante. Di quelle che ti fanno sentire solo in modo un po' più cupo.
Ciao Raffaello, è stato un onore.
Ordine dei giornalisti toscani:
L’Ordine dei Giornalisti della Toscana, insieme a Carlo Bartoli Presidente Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Giornalisti, esprimono profondo cordoglio per la scomparsa di Raffaello Paloscia, decano dei giornalisti sportivi e figura di riferimento per generazioni di colleghi.
“Con Raffaello se ne va un maestro della nostra professione, anche se a lui non sarebbe piaciuto essere definito così - ha commentato Giampaolo Marchini, presidente di Odg Toscana - Ma per chi ha intrapreso questa professione legata allo sport in generale e alla Fiorentina in particolare è sempre stato un punto di riferimento. Un esempio professionale e umano.”.
Dopo l’esordio al Corriere dello Sport nel 1950, Paloscia ha legato il suo nome a La Nazione, dove è stato direttore della redazione sportiva.
Maurizio Canino
Ero fortunato e lo sapevo....
Quando conobbi il "Maestro Raffaello Paloscia" giornalista leggendario di trasmissioni come "Calcio Parlato" con Michel Isler ero un ragazzino che tifava Fiorentina e restava incantato davanti alle disquisizioni tecnico tattiche e non solo di Raffaello con Michel, Vittorio Betti e tanti altri grandi giornalisti che hanno fatto la storia del giornalismo toscano e non solo...
Ma ancor più fortunato sono stato quando, grazie ad un altro Maestro come Giorgio Micheletti venuto da un'altra galassia, mi sono ritrovato a disquisire di Soccer in televisione con questi fuoriclasse del giornalismo, dopo che da bambino li avevo adorati in tv !
Raffaello era il Maestro dei Maestri anche nell'insegnare come ci si comportava ed ho imparato moltissimo da lui che mi abbracciava forte sorridendo tutte le volte che ci vedevamo in tv...
Sono stato fortunato e lo sapevo...
Grazie mille Maestro...
R.i.p. in pace Raffaello...
Marcello Mancini:
Devo molto a Raffaello Paloscia, giornalista a 360gradi. Sapeva tutto. Non solo capo dello sport alla Nazione, era molto di più. Ho mosso i primi passi al giornale con lui, e mai mi ha fatto mancare un incoraggiamento, mai mi ha fatto sentire solo. Il suo ufficio era il tavolo a cui lavoravano tutti i redattori: pur essendo il numero uno, non aveva uno spazio suo, si considerava primus inter pares. In realtà e’ stato veramente il migliore, in qualunque sport, e ti sorprendeva perché qualsiasi cosa tu gli dicessi, lui la sapeva già.
Grazie di tutto Raffaello. Con il cuore.
Mario Tenerani:
Ciao Raffaello, anzi Maestro anche se tu non volevi essere mai chiamato cosi. Perche' i giganti sono umili e tu sei stato tutti e due. Hai cresciuto generazioni di giornalisti che tu trattavi come figli e io grazie a te mi sono sempre sentito tale.
Correttezza, educazione, umiltà, rigore sulla notizia e schiena dritta, questi valori ci hai trasmesso. Ora te lo posso dire, sei stato un mito. Ci hai salutati a poche ore dalla tua partita, Fiorentina-Bologna... Riposa in pace Raffa.










