Guardiola chiarisce la frase sull'addio: "Ridevo quando l'ho detto, ma voglio una rosa ristretta"

"O mi daranno una rosa più ristretta, o me ne andrò": questo concetto espresso nei giorni scorsi dal tecnico del Manchester City, Pep Guardiola, ha fatto il giro del mondo, per il fatto che abbia usato un'espressione forte, legata alle sue possibili dimissioni.
Probabile che l'allenatore catalano abbia voluto forzare la mano per far passare il messaggio, anche usando un'immagine che in realtà non volesse prospettare ai suoi tifosi, quella del suo addio. Lo chiarisce lui stesso a due giorni dalla sfida al Fulham: "Ho riso quando l'ho detto, ma il concetto rimane. Non voglio che i giocatori siano a casa con le loro famiglie quando è il momento di giocare. Tutti hanno bisogno di avere la possibilità di giocare e competere tra loro, per il bene di tutti. Questa è la cosa più importante".
Poi ha aggiunto: "Certo che ci sono infortuni durante la stagione. Se succede, la stagione sarà un problema, ma ci aspettiamo sempre che la prossima stagione sarà un po' diversa, sapendo che abbiamo molte partite e non ci riposiamo in estate. Nelle ultime tre settimane o un mese, quattro, cinque, sei giocatori sono rimasti a casa, e questo non è salutare per nessuno di noi. Per loro, per la società, per me, per nessuno. La società è completamente con me".
Guardiola poi ha anche offerto il suo sostegno a Phil Foden, escluso dalla lista dei convocati di Thomas Tuchel per l'Inghilterra dopo aver dichiarato di essere affaticato fisicamente e mentalmente per un problema alla caviglia: "Tutto ciò che vogliamo è aiutarlo, questa è la cosa più importante. Ha bisogno di riposo e questo accadrà dopo domenica. Passo dopo passo, tornerà dove vogliamo.
Non mi interessa la sua prestazione in campo. Voglio che si senta bene e poi, il resto verrà da sé".
