"Logico, ma un colpo molto duro per me": flop Cile, niente Mondiale. Il mea culpa di Gareca

Buttata la calcolatrice, il Cile non giocherà al Mondiale 2026. È ufficiale, dopo il tonfo per 2-0 contro la Bolivia che ha portato anche il CT Ricardo Gareca a fare le valigie e andarsene. Decisione annunciata dalla Federcalcio cilena ma anticipata dal tecnico argentino di 67 anni: "Abbiamo preso una decisione con lo staff tecnico, i giocatori, i dirigenti, con tutta la delegazione. Abbiamo comunicato la volontà di allentare la pressione, abbiamo cercato di lottare fino alla fine. Abbiamo semplicemente espresso la nostra gratitudine. Ci siamo sentiti sostenuti durante tutta la nostra permanenza in Cile".

Il messaggio d'addio è proseguito così: "Voglio ringraziare pubblicamente i ragazzi, i giocatori, i dirigenti che ci hanno trattato molto bene. Voglio chiarire che non c’è mai stato un problema economico, non ho mai fatto causa a nessuno. Ho sempre avuto il sostegno di tutti, su questo non ho assolutamente nulla da dire. Voglio ringraziare tutto il personale di Juan Pinto Durán: il personale di cucina, le pulizie, il reparto medico. Anche se i risultati non sono arrivati, non abbiamo mai cambiato il nostro atteggiamento verso di loro né loro verso di noi".

Un divorzio incontestabile, a giudicare dal traguardo mancato per la terza volta di fila nella storia del Cile: "È qualcosa di logico, perché i risultati non ci hanno accompagnato. Porto con me una grande immagine, sotto tutti gli aspetti. I risultati non sono arrivati, è una situazione che nessuno avrebbe voluto. Con tutta l’esperienza che ho, è un colpo molto duro per me. Queste sono le parole che volevo dire. Non risponderò alle domande perché non ha senso. Il motivo di questa conferenza è il ringraziamento. È tutto ciò che ho da dire".