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"Mi sottovalutano, sono piccolo di statura". Joao Neves insegna: "Devi essere intelligente"

"Mi sottovalutano, sono piccolo di statura". Joao Neves insegna: "Devi essere intelligente"TUTTO mercato WEB
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Yvonne Alessandro
Oggi alle 22:42Calcio estero
Yvonne Alessandro

Una Supercoppa portoghese, una Liga Portugal e una Nations League con il Portogallo, ma la consacrazione di Joao Neves è arrivata al suo sbarco al PSG. Il centrocampista classe 2004 da un anno e mezzo a questa parte sta lasciando un'impronta profondissima all'ombra della Tour Eiffel, sotto il giudizio di una delle tifoserie più esigenti d'Europa. Merito della sua abnegazione, oltre che del talento cristallino di cui vanta, ma anche della crescita raggiunta con Luis Enrique come allenatore.

"Forse alcune persone mi sottovalutano a causa della mia statura e pensano che non sia potente", si è tolto qualche sassolino dalla scarpa l'ex Benfica in un'intervista rilasciata ai canali ufficiali del club transalpino, con un'altezza pari a 1,74 metri. "Ma non bisogna mai dimenticare che l’intelligenza calcistica è importante in campo. Quando non sei il più fisico, devi essere intelligente. Non posso spiegarlo, è istintivo. È qualcosa che non ha nulla a che fare con il fisico, è tutto nella testa".

Sottostimato dai suoi diretti rivali, João Neves ha fatto di questo un punto di forza: "Mi ha avvantaggiato! Nel senso che in un contrasto, i miei avversari pensavano di poter facilmente avere la meglio su di me. E poi rimanevano sorpresi dal mio impegno, perché do il 100% ogni volta, in ogni contrasto, in ogni fase della partita, anche sui calci piazzati". E ha aggiunto: "Non sono necessariamente il primo giocatore che gli avversari marcano, perché sono il più piccolo. Così ne ho approfittato, lavorando sul mio posizionamento e sui tempi di gioco".

"Poi è stato solo questione di ripeterlo, negli allenamenti e durante le partite, volevo perfezionarlo. E alla fine è diventato naturale, qualcosa di istintivo", la spiegazione del mediano del PSG. E sulla sua visione a 360 gradi in campo: "Penso che il calcio oggi sia sempre più tattico. E credo che l’intelligenza calcistica, la scienza del posizionamento, dei tempi di gioco, la capacità di giocare la palla con uno o due tocchi a seconda della situazione, siano diventati gli aspetti più importanti del gioco", ha sentenziato Joao Neves.

"Certo, resistenza, forza e velocità aiutano le prestazioni, ma non penso siano le cose più importanti", in contrasto invece con la filosofia dei calciatori-atleti grandi e grossi oltre che rapidi. "Questa è la mia visione del calcio. Bisogna essere più furbi, anticipare, essere sempre un passo avanti all’avversario", la lezione del centrocampista portoghese con una Champions League in bacheca, vinta la scorsa stagione contro l'Inter in finale a Monaco di Baviera.

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