Torricelli: "Ho smesso col calcio dopo la morte di mia moglie, i figli venivano prima"

Dai dilettanti alla Juventus, poi l’addio al calcio perché, dopo la scomparsa della moglie, aveva perso di senso. Moreno Torricelli si racconta al Corriere della Sera, dagli inizi in falegnameria alla firma del contratto con la Juve di Trapattoni: “Sul cofano di una macchina, il giorno prima facevo il falegname e il giorno dopo ero in tournée. Il soprannome ‘Geppetto’? Me lo diede Baggio nell'estate del '92, aveva letto di me sui giornali".
Nel corso dell’intervista, Torricelli ha raccontato la storia d’amore con Barbara, a cui nel 2009 fu diagnosticata la leucemia: "I medici mi dissero che c’era solo il 2% di possibilità di guarigione. Non dissi niente a nessuno, non volevo che lei o i nostri figli perdessero la speranza. Anche oggi non sanno tutto: lo leggeranno in questa intervista”.
Dopo la scomparsa di Barbara, nel 2010, l’addio al calcio: “Allenavo il Figline, il campo era un sollievo. Ma poi ho detto no al Crotone in Serie B: i miei figli venivano prima". Adesso, con una nuova compagna, è tornato alla passione per il legno e al progetto “Allenarsi per il futuro”, con cui porta nelle scuole i valori dello sport: “Con Barbara ho vissuto 20 anni bellissimi, abbiamo avuto tre figli stupendi, due dei quali mi hanno reso nonno. Poteva durare di più? Certamente. Ma il viaggio è stato bello".
