Benevento, retrocessione che nasce da lontano. E ora Vigorito può davvero lasciare

Dopo la semifinale dei play off persa nella scorsa stagione l’estate in casa Benevento era stata resa turbolenta dalla volontà di fare un passo indietro da parte del presidente Vigorito. Una decisione che poi era rientrata con il numero uno sannita che aveva impostato la stagione e il mercato per cercare di conquistare nuovamente i play off e la promozione in Serie A.

I piani sono però presto naufragati con ben quattro allenatori che si sono alternati sulla panchina senza riuscire a sollevare la squadra e trovare i correttivi giusti per valorizzare una rosa che sulla carta faceva ben sperare per i giocatori di qualità ed esperienza presenti. Col senno di poi forse Vigorito, e il ds Foggia – che ha risolto il contratto dopo l’addio di Fabio Cannavaro – avrebbero dovuto capire che la squadra era arrivata al termine di un ciclo e rivoluzionare maggiormente la rosa, ma con i se e i ma non si fa la storia. Anche se i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

Mai nel corso della stagione la Strega ha dato segnali di ripresa riuscendo a elevarsi al di sopra della linea rossa della retrocessione con un continuo calo sotto il punto di vista dei risultati fino all’epilogo, ormai scontato, di oggi. Lo stesso Vigorito dopo la sconfitta col Cittadella aveva del resto alzato bandiera bianca facendo mea culpa e annunciando nuovamente l’addio: “Il sottoscritto solo oggi alza bandiera bianca dopo 17 anni. (…) Noi siamo retrocessi quando è iniziato questo campionato, ma quando c'è stata l'indifferenza di molte componenti che non ne hanno capito l'importanza. Siamo stati insieme ai tifosi che anche oggi erano qui con noi. Mi dispiace molto".