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Sampdoria, Manfredi: "Parole di Cellino scorrette. Parlare di “sentenza scritta” un insulto"

Sampdoria, Manfredi: "Parole di Cellino scorrette.  Parlare di “sentenza scritta” un insulto"TUTTO mercato WEB
ieri alle 11:49Serie B
di Niccolò Righi

Il presidente della Sampdoria Matteo Manfredi ha parlato a La Gazzetta dello Sport in vista del playout di Serie B contro la Salernitana: "Parole di Cellino? Quelle dichiarazioni non sono soltanto scorrette: sono un atto di diffamazione grave e inaccettabile. L’ennesimo tentativo, trasparente e maldestro, di chi – messo di fronte alle proprie responsabilità – cerca di spostare il mirino altrove, colpendo chi non ha nulla a che vedere con questa vicenda. Mai la Samp ha cercato scorciatoie, né ha invocato privilegi. Parlare di “sentenza scritta” è un insulto alla serietà delle istituzioni, ma soprattutto all’intelligenza e all’onestà di chi ama il calcio ed il rispetto delle sue regole. La giustizia sportiva, semplicemente, ha fatto il suo corso. Quanto poi alle insinuazioni sulla solidità economica del club, questa proprietà ha già investito oltre 100 milioni di euro, quasi il doppio di quanto previsto dal piano di risanamento, salvando il club da un fallimento certo".

Sul Playout.
"Ho visto in allenamento un gruppo consapevole del peso della responsabilità che ancora grava sulle sue spalle e determinato a dimostrare il proprio valore fino all’ultimo minuto di questa stagione. La delusione è stata profonda, le contestazioni dure ma non immeritate. Tuttavia, proprio da questa frustrazione oggi nasce una nuova energia: un misto di orgoglio e di voglia di rivalsa che sta permeando il gruppo. Chi ha scelto di restare a lottare si trova di fronte a un’opportunità rara, forse unica: quella di riscrivere il finale di una stagione difficile".

Cosa rimprovera a se stesso?
"La gestione delle deleghe: probabilmente ho concesso troppo tempo senza intervenire con la necessaria rapidità e determinazione. Il calcio ha tanto da insegnarmi, ma è una sfida che accolgo con consapevolezza, pronto a correggere gli errori e a costruire un futuro solido".

Lei ha sempre sottolineato il valore della rosa. Allora cos’è successo?
"Continuo a esserne convinto: questa rosa possedeva qualità superiori rispetto a quanto emerso in classifica. Il talento va messo nelle condizioni giuste per esprimersi".

Crede di potere riconquistare la fiducia della piazza?
"La fiducia non si domanda, si conquista. Sono consapevole che oggi, per molti tra i nostri tifosi, quella fiducia è profondamente ferita. È un sentimento legittimo, nato da delusioni, da promesse non mantenute, e soprattutto dall’assenza dei risultati concreti nel momento in cui più servivano. Non ho mai creduto che le parole possano bastare a ricucire questo rapporto. La fiducia si ricostruisce con il tempo, con il lavoro costante e con la coerenza delle azioni. Ferrero? Andrebbe ricordata una verità elementare: questa società è stata trascinata verso il collasso economico da chi oggi alza la voce, e salvata da chi ha scelto di investire, di assumersi ogni responsabilità e di ricostruire, con serietà e in silenzio, ciò che altri avevano distrutto. Con i fatti, non con le battute".

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